martedì 25 settembre 2012

Adozioni gay, record di bocciature Vescovi e omosex contro Pisapia

http://www.ilgiornale.it/news/milano/adozioni-gay-record-bocciature-vescovi-e-omosex-contro-840540.html

Salto mortale con doppio avvitamento per il sindaco, che dopo aver fatto outing sull'adozione per le coppie omosessuali, saltando a piè pari i valori della famiglia tradizionale, pretende di spiegare la sua posizione con il Cattolicesimo. «Credo che questo sia anche un insegnamento del Cattolicesimo - ha detto Pisapia - guardare agli altri e ai bisogni e diritti degli altri, soprattutto dei soggetti più deboli».
E a chi lo guarda esterrefatto risponde: «Ho letto le parole del cardinale Scola e chiaramente ho valutazioni e una visione diversa. Noi dobbiamo tenere conto di tutti i cittadini, non solo dei cittadini cattolici. Non faccio rilanci al cardinale - ha proseguito, specificando di aver semplicemente risposto a una domanda alla festa dell'Idv a Vasto -: Questa è una mia opinione ma non riguarda la giunta, non è nel programma del sindaco, nè del Consiglio comunale, perché evidentemente è un tema che ha risvolti nazionali».
Che non si tratta di una semplice risposta ma di un pensiero presente nella agenda politica dell'avvocato lo dimostra il riferimento alla «Convenzione dell'Unione Europea sull'adozione dei minori del 24 aprile 1967, sottoscritta dall'Italia, successivamente modificata da parte degli organi europei con alcune precisazioni rilevanti e cioè che ogni Stato può estendere l'applicazione della Convenzione anche a coppie formate da due persone dello stesso sesso o a una persona singola».
L'uscita di Vasto si rivela in meno di 24 ore un boomerang per il sindaco, attaccato da destra e sinistra, dai cattolici, dal Pdl, dal ministro per l'Integrazione Andrea Riccardi, dall'Associazione radicale Certi Diritti, da Arcigay, dall'Osservatorio dei Minori, dall'associazione degli avvocati matrimonialisti.
Così anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani prende le distanze: «Come ha detto Pisapia sono affermazioni a titolo personale su un tema delicatissimo che non può essere sbrogliato in due battute».
Durissimo l'affondo della Cei, con il suo presidente Angelo Bagnasco che bolla le unioni civili come «un'imposizione simbolica, inutile e ideologica che va automaticamente ad indebolire la famiglia».Così se il sindaco liquida la «questione cattolica» con un laconico «gli assessori cattolici hanno già risposto al cardinale» la polemica monta con il passare delle ore: per il ministro per l'Integrazione Riccardi «Pisapia non è un gran punto di riferimento per la famiglia», per il senatore PdL Giovanardi «le affermazioni del sindaco sono uno schiaffo ai diritti dei bambini e delle coppie regolarmente sposate che non riescono ad adottare bambini per mancanza di bambini adottabili». I consiglieri della Lega nel pomeriggio hanno protestato entrando in aula con tre bambole, al grido di «I bambini non sono bambolotti». I lumbard hanno invitato «il sindaco a un pubblico dibattito sulle adozioni entro la settimana. «Così - ha tuonato il capogruppo Matteo Salvini - potrà portare le sue ragioni e noi fare valere quelle del nostro no». L'avvocato rosso finito nel mirino della sinistra più radicale e delle associazioni omo si deve essere accorto di aver fatto un passo falso, tanto da ingranare la marcia indietro. «Il registro delle Unioni civili, che a Milano sta andando meglio rispetto alle altre città italiane che lo hanno adottato, non ha nulla a che vedere con matrimoni o adozioni. Bisogna sapere distinguere tra quello che può fare un sindaco rispetto al Parlamento. Io ho detto che il primo interesse da tutelare, quando si parla di minori, deve essere quello dei bambini; personalmente ritengo che un bambino adottato e amato da una coppia crescerà senz'altro meglio di uno senza genitori».
Ma l'Associazione radicale Certi Diritti non ci sta: «Dispiace che anche Pisapia alimenti questa interpretazione della nostra Carta costituzionale che per numerosi e autorevoli costituzionalisti è del tutto infondata: secondo l'opinione pur restrittiva della Corte, il legislatore non è vincolato da un divieto della Carta costituzionale, che non prevede e non impone che il matrimonio sia riservato alle coppie eterosessuali».
«Stupiscono certe affermazioni attribuite al sindaco - scrive Marco Mori presidente Arcigay - in merito alla necessità di cambiare la Costituzione per poter permettere l'accesso al matrimonio civile per le coppie omosessuali».
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