venerdì 19 aprile 2013

Sono 29.309 i bambini e ragazzi accolti fuori dalla famiglia d’originein Italia.

Fonte: http://www.sositalia.it


L'accoglienza dei bambini al tempo della crisi
Sono 29.309 i bambini e ragazzi accolti fuori dalla famiglia d’origine in Italia.

Venerdì 12 aprile 2013, dalle 8:30 alle 14:00, presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, a Milano, SOS Villaggi dei Bambini - in collaborazione con CNCA, Cismai, CNCM e Agevolando - ha organizzato la tavola rotonda “L’accoglienza dei bambini al tempo della crisi”. L’incontro, patrocinato dal Comune di Milano, ha offerto molti spunti di riflessione ed è stato teatro di un importante dibattito tra gli attori del panorama infanzia. Tra questi, i ragazzi che hanno vissuto o vivono in accoglienza e che hanno generosamente condiviso con i presenti il loro percorso.

Matteo, Anna e Gabriel, vivono nel Villaggio SOS di Vicenza e hanno raccontato il loro personale percorso di accoglienza. Difficoltà e successi, rabbia e amicizia. Sentimenti contrastanti che hanno trovato una risposta nella competenza e nella vicinanza di educatori presenti e preparati.


Quando i bambini adottati tornano a sorridere

Fonte: www.deluca.blogautore.repubblica.it

Di Maria Novella De Luca

12APR2013
Quando i bambini adottati tornano a sorridere


La cosa più bella è quando gli torna il sorriso. O iniziano a fare i capricci. O magari si permettono di piangere. Vuol dire che cominciano a sentirsi figli, e ri-diventano bambini. L’adozione internazionale è in grande crisi, eppure quando qualcuno di questi bambini, sottratto alla povertà, agli abusi, all’incertezza di un futuro in un orfanatrofio, arriva qui, si capisce perchè l’adozione è un dono. Con tutti i problemi che l’adozione di ragazzini sempre più grandi comporta. Adesso è la volta dell’Africa, perchè è da lì che arrivano i nuovi figli. Ce ne sono sempre di più: Senegal, Burkina Faso, Madagascar, Haiti. Per il nostro paese ancora chiuso in una difesa sterile dei propri confini, nella testarda negazione del diritto di cittadinanza per gli immigrati nati qui, diventa un confronto obbligatorio che dovrà diventare, speriamo, multiculturalità.

Gli ultimi arrivati si chiamano A. e C, ed è bastata una settimana di scuola perchè i loro occhi cominciassero a ridere. E ieri il più grande, A. durante la ricreazione ha preso due tamburi e ha iniziato a suonare: e tutti i bambini si sono messi a ballare…Immediatamente A. si è fatto un bel gruppetto di amici, che lo guardavano ammirati,con la complicita di due maestre intelligenti. Accade a Roma, ed è una bella storia. Certo, nel cuore di A, c’è la nostalgia del villaggio, ma anche l’amore per i nuovi genitori, la paura ma anche la conquista di un mondo diverso. Oggi l’adozione è questo: complesso ponte tra due culture, una delicata e non facile creazione di nuove famiglie. A. e C. sorridono, questo è già molto.


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