adozioni internazionali
Da oggi la Cai è “decentrata"
di Sara De Carli
La Cai cambia sede e lascia largo Chigi. Un allontanamento fisico che - speriamo - non sia indice anche di un allontanamento di attenzione
Presidenza del Consiglio, addio. Da oggi la Commissione per le Adozioni
Internazionali lascia Largo Chigi, 19 dove ha sempre avuto sede. Gli
uffici della CAI sono stati trasferiti in Via di Villa Ruffo, 6 nel
palazzo dove ha sede il Cnel. Sono solamente tre chilometri di
distanza, che però hanno un sapore amaro: l’allontanamento fisico dalla
Presidenza del Consiglio suona fin troppo facilmente come una metafora
di un allontanamento di attenzione, cura, preoccupazione per il tema
stesso. In un momento, per giunta, in cui le adozioni
internazionali sono in grande crisi e ci sarebbe bisogno di un di più di
politica a loro supporto.
Un segnale un po' inquietante, che va ad aggiungersi al ritardo sul nome di chi sarà il nuovo presidente della Cai, di chi cioè avrà la delega alle adozioni internazionali: di questa delega, come di quella alla famiglia o alla cooperazione internazionale a quattro settimane abbondanti dalla nascita del Governo Letta non si sa ancora nulla. Storicamente la delega alle adozioni è stata sempre data a un sottosegretario incardinato presso la Presidenza del Consiglio, tranne quando ci fun un Ministro della Famiglia, con Rosy Bindi.
Un segnale un po' inquietante, che va ad aggiungersi al ritardo sul nome di chi sarà il nuovo presidente della Cai, di chi cioè avrà la delega alle adozioni internazionali: di questa delega, come di quella alla famiglia o alla cooperazione internazionale a quattro settimane abbondanti dalla nascita del Governo Letta non si sa ancora nulla. Storicamente la delega alle adozioni è stata sempre data a un sottosegretario incardinato presso la Presidenza del Consiglio, tranne quando ci fun un Ministro della Famiglia, con Rosy Bindi.