mercoledì 31 ottobre 2012

L'Adozione per me



1 di 168.000.000

Dal momento che ho abbracciato mia figlia e il suo dolore e rabbia ho sbattuto contro il muro di vite piccole in bilico, del rifiuto, ho sentito l'urlo dell'essere messo lì, vita, ad attendere di rinascere o di morire. Nella mia scontatezza del vivere il desiderio genitoriale non avevo pensato a questo, fermandomi alla prima fermata, quella di diventare genitore.
Non è facile accettare che l'abbandono esiste, il vuoto, il non senso, manine levate inutilmente, piccoli occhi che cercano e che non trovano. O che trovano si, ma male e disperazione. Ed invece esiste tutto questo, ed è tutto reale. Mi sono trovata a desiderare un figlio e a raggiungerlo ma anche a vedere, toccare e finalmente a capire cos'è la vita di un bambino solo. Un salto, un percorso improvvisamente che prende una strada più ampia, una direzione presa con un bagaglio esiguo e semivuoto, forse banale, pur preparato da tempo, che provvedi rapidamente a colmare. 
E poi succede che un figlio già nato si riprende la rivincita, per quello che gli è stato tolto, per la paura e il vuoto subiti, per quello che ha atteso per un'ora o per anni, e chiede il risarcimento a te, che sei per lui il suo primo reale interlocutore. Questo per lui è avere una madre e un padre. E lo fa senza pensarlo, lo fa pur amandoti senza saperlo, lo fa perché finalmente tu gli hai dato questa opportunità. Diventare figlio.

Sono partita con mio marito per questo viaggio, ho preso mia figlia, ci siamo riuniti sotto uno tesso tetto, qui, in Italia. Dall'adozione non si torna indenni in quanto ti consente di toccare con mano il senso della vita diventando artefici della vita altrui, per la seconda volta. E questo ti fa amare tanto la vita. Adozione, impossibile non amarla.

una riflessione
@icri4
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...