mercoledì 9 ottobre 2013

Festival delle Lettere - La Lavatrice del cuore - Lettera di Francesca Corti

Fonte: www.festivaldellelettere.it



Vincitrice della categoria fuori concorso - “Lettera di un’adozione” - La lavatrice del cuore



Anna ha sette anni.

È mia figlia da quando aveva 8 mesi.

Chi dice che adottare neonati sia una passeggiata, una cosa facile perché “tanto non capiscono niente i neonati, e crescono con te come se fossero i tuoi figli biologici”, non ha capito nulla.

Anna ha un vuoto dentro, un buco, lei lo chiama “la cosa che ho qui sopra lo stomaco e mi fa male”.

Ogni tanto ne parliamo, lei ora comincia a farsi domande, a farmi domande, a rendersi conto che non è normale, e non è bello, che una madre abbandoni il figlio che ha messo al mondo.

Questo è un periodo difficile; forse a scuola hanno parlato di nascite, ci son diversi compagni che hanno fratellini in arrivo, si vedono tante mamme col pancione, all’uscita da scuola.

Forse qualcuno le ha chiesto qualcosa, sul suo essere color cioccolato in una famiglia di smorti.

Forse sta semplicemente prendendo consapevolezza della sua storia di bimba adottata.

Fatto sta che questo non è un periodo semplice.

La sera le capita di essere triste, è molto nervosa, capisco che non è la mia solita Annina spensierata e monella.

Sono due giorni però che è passiva, zitta, silenziosa, non è da lei, di solito bisogna chiederle per favore di smettere di parlare, e se non parla canta, e se non canta balla.

Penso che forse starà covando l’influenza, d’altronde siamo in inverno, niente di più facile, le provo la febbre ma è fresca come una rosa, le chiedo se senta male da qualche parte, se abbia qualche malessere, ma mi risponde di no.

Poi, accade.

Sono in bagno, negli unici 5 minuti tutti per me che ho durante la giornata, ed entra sbattendo la porta, in lacrime.

Le chiedo cos’abbia, “Anna stai male? Cosa c’è?”, lei non risponde, piange, riesce a dirmi solamente che ha una “cosa” dentro la pancia, proprio sopra lo stomaco, che non riesce a spiegarmi cosa sia, ma le fa tanto tanto male.

Allora la faccio sedere sulle mie ginocchia, come quando era piccolina e neanche in bagno da sola mi faceva andare, e le chiedo di parlarmi, di aprirsi, io sono qui per questo, sono la sua mamma, non deve avere paura di parlare con me.

Anna mi guarda, gli occhi enormi lucidi, mi dice “no, non voglio, io soffro e non voglio che tu ti spaventi per me”.

Allora mi viene in mente; non so come, ma mi viene in mente. Devo ancora capire com’è che quando devo ribattere alla gente maleducata e invadente non trovo mai le parole giuste, mentre quando devo parlare con lei le parole escano da sole, spontaneamente, senza che possa controllarle.

“Anna” le dico “ma tu non lo sai, che quando il Signore ci fa diventare delle Mamme, regala a ognuna di noi donne una lavatrice del cuore?”

Lei mi fissa sbalordita “La lavatrice del cuore? Cos’è??”

“Ma si, Annina! quando noi donne diventiamo mamme, in qualsiasi modo lo diventiamo, riceviamo in dono una lavatrice del cuore, e anche io ho la mia!

Quando tu ti senti triste, quando il peso nella pancia ti sembra insopportabile, tu vieni da me, apri l’oblò che c’è nel mio cuore, ci butti dentro tutte le cose brutte che ti rendono triste e non ti fanno stare bene, io poi le lavo, le centrifugo con tanto amore per te, e vedrai che dopo usciranno solo serenità e tranquillità”

“Davvero??”

Le sorrido “Si, Anna, davvero. Proviamo? Apriamo il mio oblò?”

Lei annuisce, sorride, poi ricomincia a singhiozzare, questa volta forte, fortissimo, dei singhiozzi che lacerano il cuore, e comincia a buttarmi addosso tutte le sue paure: l’abbandono, il terrore che le possa succedere di nuovo di essere abbandonata, il rifiuto della sua mamma biologica di tenerla con sé, la tristezza di non essere nella sua Terra, l’incomprensibile fatto che una mamma possa non volere più il proprio figlio.

Parla, e piange, e parla e piange ancora di più.

Non riesco a sostenere tanto dolore rimanendo impassibile, non riesco più a sorriderle serena, sono singhiozzi ingiusti in una bambina di 7 anni, mia figlia sta soffrendo da matti e devo lasciarla sfogare, ma è doloroso per tutte e due, vorrei solo che non fosse accaduto niente, che fosse nata da me, che non dovesse ogni volta fare i conti con tanta angoscia.

Comincio a piangere anch’io, quanto dolore, quanto sofferenza in un corpicino di 17 chili, non è giusto, per niente.

Lei mi vede piangere, si blocca, mi fissa, si intristisce.

“Ecco, vedi.. adesso ho fatto piangere anche te, non volevo, vedi??”

“Ma no, Annina, tranquilla… è solo l’acqua di scarico della lavatrice! Adesso passa tutto e ritorniamo felici!”

Le sorrido, lei mi sorride.

Si alza, tira su col naso, è sollevata, ride, fa un passo di danza, gira su se stessa e se ne va cantando.

Io mi accascio, mi sento più vecchia di 10 anni, ho due occhi viola e l’anima svuotata, ma la mia lavatrice, per questa sera, ha fatto un ottimo lavoro.

“La lavatrice del cuore” … svelata.

fonte: www.italiaadozioni.it/




Quando, ieri sera 3 ottobre 2013 Maria Amelia Monti, mentre leggeva una lettera scritta da una madre alla figlia adottiva, ha iniziato ad avere la voce tremante e s’indovinava, l’occhio lucido, si è temuto che non riuscisse a trattenersi come già stava capitando a molte spettatrici e probabilmente anche a parecchi uomini presenti (ma si sa gli uomini lo nascondono meglio).
Poi, come ha dichiarato lei stessa, la forza dell’attrice e il fatto di aver letto e riletto tantissime volte ciò che stava recitando hanno avuto la meglio ed è riuscita a proseguire senza intoppi.

E questo rallentare, vibrare della voce si è ripetuto anche con altre lettere, tutte splendidamente cariche di sentimento. “Una serata emozionante, intensa ed autentica, ove le parole sono riuscite a descrivere alla perfezioni ciò che sta nel cuore” commenta all’uscita Raffaella avvocato che si occupa di difesa dei minori.

La lettura delle lettere è stata inframmezzata alla storia personale dell’attrice e del marito Edoardo Erba (autore del testo). Con un prezioso e sensibile commento musicale della brava fisarmonicista Sara Calvanelli, la narrazione dell’attrice ha raccontato con molta ironia le vicissitudini incontrate della coppia nel percorso adottivo. Dall’informe idea iniziale all’immagine dell’atto conclusivo di un bambino “marrone” (come Robel si autodefinisce) che appoggia la mano sulla maniglia per entrare in quella che diverrà la sua nuova casa. Numerosi, anche, i momenti di puro divertimento, quando vengono descritte le incomprensioni con la burocrazia, gli imbranamenti degli aspiranti genitori adottivi che non conoscono le procedure ed i cavilli e che incontrano le resistenze poste sia dai familiari che dagli estranei e persino dagli operatori che vogliono ‘metterli alla prova’…

Sono aneddoti a volte molto simili a quelli che abbiamo vissuto in prima persona o che abbiamo già sentito narrare da amici e conoscenti, ma descritti con la maestria dell’arte assumono un’altra caratura, si trasfigurano e la bravura dell’attrice (e dell’autore) li presenta in modo irresistibile.

Insomma chi c’era, tra una lacrima e una risata, è uscito da teatro arricchito, emozionato e soddisfatto. “Ho sorriso e mi sono commossa, immedesimandomi ogni volta nel diverso racconto” racconta Marina, mamma adottiva ancora emozionata all’uscita del Teatro Parenti di Milano.
Chi non è riuscito ad esserci o non ha voluto partecipare può solo sperare che ci sia la forza e la volontà di organizzare delle repliche, che questo diventi un “testo” da riproporre, magari in altre città e a platee più numerose (probabilmente se la capienza del teatro fosse stata maggiore il teatro sarebbe comunque stata pieno). Ovviamente alla prima della serata ad invito di “LA LAVATRICE DEL CUORE” vi erano molti genitori e appassionati del mondo dell’adozione, ma vi erano anche molti non direttamente interessati, che hanno trovato anch’essi la rappresentazione divertente, emozionante e consigliabile a tutti gli amanti di teatro.


A proposito dell'autore
Gabriele
Consulente ICT e genitore adottivo. Dal 2004 curatore del sito "Adottare un figlio - quando una sola mamma non basta" ora Adozioni2000 (http://adozioni2000.altervista.org).
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