giovedì 28 febbraio 2013

Adozione, opportunità, non solo per i minori

 
"per quello che è il mio sentire, e da esperienza diretta, ho sempre parlato di adozione a mia figlia partendo da due realtà paritetiche, noi e lei, che hanno avuto la fortuna di adottarsi a vicenda, nessuno parte da una condizione di svantaggio o di errore, anche non voluto, rispetto all'altro. 
Quando c'è da parte sua necessità di capire il dolore, la ferita, il perché... riconosco e confermo il suo dispiacere e dolore, ovvero, le riconosco le sue emozioni e gliele 'con-tengo', affermando che le sento anche io e che ha ragione nel sentire la propria rabbia o altri sentimenti ed emozioni simili. 
Anche se i bambini attraversano fino ai 6, 7 la fase 'concreta' e poco comprendono discorsi astratti, racconto a lei che proprio grazie a 'quel' dolore lei per prima, e noi grazie a lei, siamo tanto cresciuti e abbiamo avuto una opportunità in più, rispetto a altri. L'adozione quindi per lei è un fatto ora positivo e ha trasportato un momento della sua vita non particolarmente felice in un'esperienza completa! Ripeto, questo è il mio sentire l'adozione.

La vita offre a tutti opportunità che a volte hanno sapore amaro, ma sotto sotto, mescolando bene, trovi il dolce, e, a quel punto, il sapore è meraviglioso!"

ANFAA: calendario corsi

Fonte: www.ANFAA.IT

Associazione Nazionale Famiglie adottive e affidatarie


Sabato 2 Marzo a Novara - Piazza S. Cuore 5 - sede ex Quartiere - ore 15,30-17,30
l'Anfaa presenterà "Le diverse forme di affido".
Nuovo progetto del Comune di Novara: una famiglia per una famiglia
Si parlerà delle diverse possibilità di aiuto con l'affido familiare, della tutela dei minori e del sostegno alla genitorialità.

Relatrice Giuse Tiraboschi - laureata in pedagogia, insegnante
Coordinamento: Emilia Pistoia - presidente di sezione 

Si ricorda che possono essere effettuati incontri personalizzati su richiesta, in orari e giorni da concordare.
 
Riferimenti: Tel. 338-8032955 - http: www.anfaa.it //e-mail: novara@anfaa.it




mercoledì 27 febbraio 2013

"Caro bimbo", alti costi e prestiti

Fonte: Supermoney News

 “Caro bimbo”, alti costi nel primo anno di età


Un bambino è un evento importante nella vita di una famiglia, tanto desiderato da mamme e papà, che chiede però molto in termini affettivi e anche economici. Dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nell'annuale rapporto "Caro Bimbo" per mantenere un bambino nel suo primo anno di vita la spesa varia tra oltre 6.500 euro fino a 14.000 euro tra culla (fino a circa 400 euro), latte e pappe (circa 3.400 euro), pannolini (circa 1.000 euro), giocattoli (fino a 700 euro), periodo di gravidanza (più di 1.000 euro), abbigliamento premaman (circa 700 euro), farmaci vari (in media 600 euro).

E' sicuro che il periodo che accompagna la vita del bimbo nei suoi primi delicati mesi di vita è ricco di acquisti per i genitori che si trovano ad affrontare una serie di spese per corredi e accessori necessari per il neonato (fino a circa 25 voci di costo). Scendendo nel dettaglio troviamo: il seggiolone (fino a oltre 200 euro); lettino (fino a oltre 700 euro); sdraietta (circa 100 euro); carrozzina (fino a oltre 600 euro); passeggino per auto (circa 200 euro); spesa per visite mediche (attorno a 1.800 euro); spese per asilo (in media 700 euro); costo per baby sitter (costo orario per difetto circa 7 euro x 40 ore settimana = € 280 x 4 settimane = € 1.120 mensili); vestiti e calzature (fino a 2.500 euro); salviette (circa 150 euro); biscotti (circa 200 euro); box (fino a circa 140 euro) e girello (tra i 70 e 90 euro).


Affido familiare, la paura del bambino? Si supera con l'amore – Persone Normali Cercasi | Albero della Vita - Progetti d'amore per i bambini

Affido familiare, la paura del bambino? Si supera con l'amore – Persone Normali Cercasi | Albero della Vita - Progetti d'amore per i bambini

lunedì 25 febbraio 2013

Adozioni gay, dalla parte del bambino

Fonte: Famiglia Cristiana 20/02/2013
Quali diritti ha rappresentato la decisione della Corte Europea per i diritti umani decidendo l’ammissibilità dell’adozione dei figli da parte dei conviventi gay? E’ questo che si chiede, con sempre maggiore preoccupazione, il dottor Giovanni Bonini, pediatra e Tutor della Scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università di Firenze.

La settimana scorsa, il dottor Bonini ha pubblicato un vibrante appello alla comunità scientifica, pediatri e neuropsichiatri infantili, perché superasse il muro del silenzio e prendesse una posizione circa il benessere dei bambini cresciuti nell’ambito di famiglie omosessuali. Oggi, dopo la notizia della decisione di Strasburgo e di una omologa sentenza della Corte Costituzionale tedesca, il pediatra ribadisce le sue posizioni: «Non mi sembra che il diritto del bambino e il suo benessere siano davvero stati tenuti in considerazione. Io vedo rappresentato solo il diritto degli adulti». 

Genitori gay, una riflessione di Giovanni Corsello

Fonte: Società Italiana di Pediatria
Una riflessione di Giovanni Corsello, Presidente di SIP


È un grave errore affrontare temi come la crescita e lo sviluppo di un bambino all’interno della sua famiglia sulla base di pregiudiziali ideologiche, prese di posizioni politiche o notizie aneddotiche.

È quello che è accaduto nei giorni scorsi intorno a una sentenza della Corte di Cassazione sul tema della genitorialità di persone omosessuali.
La Società Italiana di Pediatria, che ha come obiettivo quello di tutelare e promuovere i diritti dei bambini ad una crescita e uno sviluppo all’insegna della salute fisica, psichica e relazionale, ritiene che non si possa affrontare questo tema al di fuori di un contesto scientifico serio e approfondito.



Habtamu e quei ragazzi come fiori

Habtamu e quei ragazzi come fiori



venerdì 22 febbraio 2013

L’adozione è anche una (triste) questione etero

L’adozione è anche una (triste) questione etero

L'amore delle madri che imprigiona i figli: la mia riflessione

Adoro Twitter, #sapevatelo!


Un social network che seguo con interesse e passione e dal quale molto ricevo, in termini di spunti, formazione, di riflessioni, di informazioni, di relazione grazie a professionisti di ambiti anche diversi. Ieri, tra questi, un contatto blogger, una mamma, mi segnala questo articolo, al quale rispondo con un abbozzo di riflessione veloce.

Questo è 'articolo nella sua completezza.

A seguire ora la mia riflessione, penso completa, ad oggi...
Cristina
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L’amore delle madri che imprigiona i figli

di MICHELA MARZANO
Ordinario di filosofia morale all'Université Paris Descartes. Direttrice del Dipartimento di scienze sociali (SHS Sorbonne). Collaboratrice della Repubblica...

ESISTONO ormai in tutto il mondo blog e diari online tenuti dalle mamme. Luoghi di discussione e di dibattito che permettono a tante madri di condividere non solo esperienze e problemi personali, ma anche proposte politiche e riflessioni profonde sulla condizione femminile.

Luoghi di crescita e di confronto quindi. A meno che la maternità non si trasformi in una nuova prigione - non solo per le madri, soprattutto per i figli - come sembra accadere in un blog tutto italiano, 'Io e mio figlio', la cui pagina Facebook è seguita da più di 500.000 persone. "Mio figlio è il regalo più bello che il cielo mi ha fatto". "Ricchezza è sapere che tuo figlio non ti lascerà mai". "Solo una mamma può capire! Quel bambino è diventato un uomo, ma per te resterà sempre il tuo piccolo".

E così via di seguito, come se i bambini fossero una proprietà; come se la maternità legasse per sempre a questi figli che, invece di avere il diritto di vivere poi la propria vita, non potessero mai essere "altro" che figli! Certo, commuove vedere tanto affetto e tanta devozione. Certo, la maternità cambia la vita di ogni donna costringendola a fare i conti con chi non ha chiesto niente e dipende in tutto da lei. Ma i figli non hanno soprattutto bisogno di essere accompagnati verso l'indipendenza per diventare autonomi? Non c'è altrimenti il rischio di trattare i bambini come oggetti, il cui compito sarebbe quello di colmare il proprio vuoto interiore?

Essere genitori, come spiega chiaramente il pedopsichiatra D. W. Winnicott, significa permettere ai figli di crescere e di imparare ad arrangiarsi da soli. È per questo che si ha il dovere di accogliere i propri bimbi per come sono e di accettarne le specificità, senza trattarli semplicemente come degli oggetti a propria disposizione. L'amore è sempre amore della differenza. E non c'è amore più grande di quello che lascia liberi. Altrimenti, si tratta solo di una parola vana che nasconde l'impotenza di chi, incapace di accettare la differenza altrui, strumentalizza i figli per sentirsi onnipotente.

Twitter @MichelaMarzano
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e ho sentito il nome 'mamma' e mi sono girata, mi sono sentita chiamare in causa, in effetti sono mamma, o meglio, sono mamma a tutti gli effetti.
Si, sono mamma di mia figlia, una bambina nata da una altra donna, una donna che l'ha tenuta dal concepimento fino ad un 'certo tot'  con sé, che l'ha sentita crescere nel suo ventre, una donna che l'ha nutrita attraverso la sua alimentazione, una donna che si accarezzava il ventre mano mano che cresceva, una donna che ha provato il dolore del parto, che ha 'staccato' il cordone ombelicale che le ha unite per nove lunghi mesi, una donna che l'ha abbracciata ancora sporca e piangente e l'ha - presumibilmente - attaccata al seno.

Io, di questa esperienza, del cui valore sento e riconosco tutto, non ho nulla. Per andare a sentire le emozioni di mamma e di nascita, del nostro attuale legame, devo spostarmi su altri piani, esperienze comuni, comunque recenti, recentissime ad entrambe.
E mi interrogo spesso, o meglio, vorrei spesso interrogare le mamme biologiche sul peso, sul valore che ha questa 'biologia', a me mancante, nel favorire e agevolare la relazione tra mamma e figlio, o piuttosto creare lo sgambetto e far inciampare lungo il processo di separazione tra se e il figlio a tal punto da essere coinvolte dentro l'altra persona, inglobandola a se e confondendo due mondi invece a sè stanti.

Oltre al biologico, anche somaticamente, con mia figlia non ho nulla in comune. Siamo diverse, e lei è pure bella, e io non posso neppure dire 'ogni scarraffone è bello amammasua'….
E a volte, quando lei si specchia riconosce nell'immagine che le viene rimandata un'altra persona, legata al suo passato. Non c'è dolore in lei, c'è constatazione pura, pura osservazione. Ma io non ci sono.

Ho una figlia e questa bambina ha me, siamo mamma e figlia, io di questo non ho alcun dubbio. Ora, mentre scrivo, sono su un piano riflessivo, di tentativo non so se riuscito di analisi ma, nel consueto, quando la guardo, amandola, non vedo altro che mia figlia e non penso da dove è nata, se dalla pancia o dal cuore, né da chi. Seppur partendo da tra anni addietro fino a qui abbiamo già una storia intensa, un prima, un adesso, un dopo, e una storia sua da sentire con tutti i sensi che ho fatto mia 'compartendola' tutta tutta, senza tralasciare alcun pezzettino.

Ma che mamma è la mamma adottiva? che strano personaggio, a volte sembra inventato, per la giusta e pura rinascita dei bambini abbandonati. Una figura che improvvisamente abbraccia un mondo sconosciuto che ti guarda e che ti vuole, ti pretende, ti allontana e ti rifugge, fino a che, un giorno ci si sente legati, uniti, veramente, da sempre appartenuti. 

Quindi, chiedo, dentro a questa appartenenza adottiva, per queste fasi della vita mancate, per questa biologia tra noi differente, posso ritenermi 'avantaggiata' in relazione con il pericolo del 'non ti lascio andare'? Eppure sono quella che l'ha aspettata per 4 anni e che dal giorno in cui si è aperta quella porta ed è entrata lei… non l'ho più lasciata andare. Il suo odore mi è rimasto addosso, la sua vocina e la sua mimica sono entrati in me, me ne sono semplicemente innamorata. Sarò capace di lasciarla, poi, domani?
Quali e quanti i fili sottili che i legami biologici stringono e cementificano con il legame di sangue tra mamme e figli? quanti e quali mi sono persa e cosa invece grazie al non averli,  ho 'guadagnato'?

Cristina, una mamma felice

giovedì 21 febbraio 2013

La seconda adozione, dal blog di Mariangela Corrias

La seconda adozione
Il blog di Mariangela Corrias.
I genitori che hanno già adottato un bambino spesso desiderano procedere con una seconda adozione. Durante il percorso vengono riattivati emozioni e vissuti già affrontati dalla coppia durante la prima, che vanno ulteriormente analizzati. In questo caso, inoltre, nella famiglia è già presente un figlio che ha storia e bisogni specifici. La necessità di ristabilire nuovi equilibri, faticosamente raggiunti con il primo bambino, porta alla necessità di rielaborazioni specifiche e differenti rispetto a quelle già vissute precedentemente.
Le motivazioni che spingono i coniugi a questa scelta possono essere varie:
Vogliono realizzare il loro progetto di vita, che comprende la presenza di più figli nella loro famiglia.
Hanno avuto un’esperienza positiva con il primo bambino e vogliono ripeterla.
Desiderano dare un fratellino al primo figlio.
Tali motivazioni andranno valutate a fondo: nell’apparente desiderio del bambino di avere un fratello, per esempio, spesso sono nascosti desideri irrealistici e paure inconfessate, che se non tenute presenti potranno rendere problematica l’accettazione da parte sua nei confronti del fratello.
Le problematiche che i coniugi si troveranno ad affrontare sono perciò legate, in particolare, ai vissuti che il primo figlio potrà sperimentare all’arrivo del fratellino e alla sua capacità di sostenere i cambiamenti che avverranno nella sua vita.
I genitori dovranno essere aiutati, dagli operatori, a prevedere le difficoltà che il bambino dovrà superare, anche nel caso in cui ci sia da parte sua il desiderio manifesto di avere un fratello.
Anche il piccolo, infatti, dovrà affrontare le fatiche legate all’accoglienza di un bambino, con il quale sarà chiamato a creare una relazione fraterna, e alla creazione di un senso di appartenenza senza potersi riconoscere come simile e senza avere con lui alcun legame biologico.




mercoledì 20 febbraio 2013

CISMAI: Curare l'adozione

 www.cismai.org

Curare l'adozione: presentazione documento CISMAI
14 marzo 2013 a Torino

CURARE L'ADOZIONE

Requisiti di “qualità” per gli interventi a favore dei minori adottati
Presentazione Documento CISMAI
14 marzo 2013 - ore 8.30-13.30
Centro Incontri della Regione Piemonte
C.so Stati Uniti, 23 - TORINO

«I comportamenti disturbati e disorganizzati dei bambini collocati in adozione (nazionale ed internazionale) vengono sempre più spesso riprodotti anche nei confronti dei genitori adottivi attraverso un ampio spettro di comportamenti posttraumatici (da agiti aggressivi e provocatori a condotte sessualizzate) o, al contrario, attraverso massicce chiusure relazionali. L’impatto con il bambino traumatizzato mette a dura prova le capacità affettive relazionali e di tenuta dei genitori adottivi e può provocare, nei casi più gravi, restituzioni, rifi uti, espulsioni. In altri casi le diffi coltà si originano nel percorso adottivo in riferimento agli snodi del ciclo vitale della famiglia e alle fasi evolutive dei bambini adottati (come ad esempio inserimento socio-ambientale e ingresso in adolescenza). Il rischio è che le famiglie adottive siano esposte ad un carico emotivo e relazionale complesso, trovandosi ad essere oggetto di comportamenti e reazioni diffi cili da gestire e contenere, oltre che da comprendere. Il documento si propone di avviare un percorso all’interno del quale far convergere due saperi che appaiono ancora non suffi cientemente integrati: la cura dei bambini traumatizzati e la presa in carico delle famiglie adottive partendo dal presupposto che l’adozione, se opportunamente sostenuta, sia già di per sé una forma di cura per i bambini traumatizzati. Tuttavia se l’adozione entra in stallo, risulta necessario attivare processi terapeutici che permettano al bambino, sostenuto dai suoi genitori, di mentalizzare i suoi traumi, di gestirne gli effetti emotivi e comportamentali e in defi nitiva di procedere nel suo percorso di crescita in modo suffi cientemente sereno»


 

 

Donati: «Non esiste famiglia senza differenza sessuale»


​Fonte: Avvenire
Di Paolo Ferrario

Può un bambino avere tre genitori? Per la natura no ma per i giudici della Corte europea dei diritti umani evidentemente sì. Risponde con una provocazione alla provocatoria sentenza dei magistrati di Strasburgo, il sociologo Pierpaolo Donati, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, che da decenni ha fatto della famiglia l’oggetto privilegiato delle proprie ricerche.

«Anche questa sentenza – dice – va nella direzione di un’ulteriore confusione nelle relazioni familiari. In questo caso abbiamo addirittura la situazione paradossale di un bambino con tre genitori: due naturali e uno artificiale, a lui completamente estraneo. Da questo punto di vista, non mi pare proprio che la decisione dei giudici europei tenga conto dell’interesse del minore. Anzi, questo piccolo crescerà con una grande confusione in testa».

In questo caso, ad essere penalizzato è anche il padre naturale del bambino, che vede prevaricati i propri diritti di genitore. «Il principio di genitorialità non viene mai meno», ricorda Donati, che si chiede sulla base di quali norme sia stata dichiarata l’adottabilità del piccolo.



Sentenza di Strasburgo, la posizione CIAI | CIAI

Sentenza di Strasburgo, la posizione CIAI | CIAI

NON AVER PAURA (OVVERO LA LAVAPAURE)

Fonte: Teatro Coccia

Per informazioni: clicca qui

Per i nostri bambini uno spazio a Teatro a loro dedicato.
Al Coccia ecco il Non aver paura (ovvero la lavapaure)


Testo Mario Bianchi e Renata Coluccini
Regia Renata Coluccini
in collaborazione con Marco Di Stefano
Scene Marco Muzzolon
Disegno luci Marco Zennaro
Costumi Mirella Salvischiani

Con
Elisa Canfora, Renata Coluccini, (Aurelia Pini), Stefano Panzeri

Direttore di produzione Franco Spadavecchia
Produzione Teatro del Buratto
SCUOLA PRIMARIA
Età dai 6 agli 10 anni
Teatro d’attore
Durata 55’
TERMINE CONSEGNA ADESIONI: 18 GENNAIO 2013
PAGAMENTO DA EFFETTUARSI DAL 30 GENNAIO 2013 AL 13 FEBBRAIO 2013  





Giù in fondo c’è una luce, forse è una casa, la luce fa meno paura del buio, ma se nella casa c’è una strega? 
E se invece di una strega ci fosse una donna che lava via le paure?
Sarebbe bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Ma tu, hai mai provato la paura, quella vera, che non mangi e non dormi più? Che il cuore sta per scoppiare e la bocca non riesce a urlare? Che ti entra dentro e la porti ovunque vai? Da dove entra la paura, dalla testa, dalle orecchie, dagli occhi? E poi dove sta? Qual è la geografia della paura? E quando hai paura cosa fai? Bevi un bicchiere d’acqua? Metti la testa sotto il cuscino? Strizzi gli occhi? Urli? Stai in silenzio? Canti una canzone? Pensi alla nonna?
Sarebbe proprio bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Due fratelli con il loro fardello di paure incontrano la lavapaure, e in questo incontro le paure prendono corpo in storie antiche e moderne, si materializzano e diventando “cose”, si possono finalmente gettare via.
Esiste una donna che conosce un’erba, erba lavandaia o siderite o stregonia. Lei prende quest’erba la fa bollire e poi ti lava, ma solo nei giorni senza la r, e sempre con un movimento all’ingiù… e se c’è la paura l’acqua diventa soda, fa una ragnatela.


Esistono ancora oggi, in alcune zone della Toscana, donne che lavano la paura e lo fanno a grandi e piccini. Lo spettacolo prende spunto dall’esistenza di queste “maghe” per mettere in scena storie di paure archetipiche, attuali o indotte, perché è importante riconoscerle, valutarle e infine lavarle via. 
La paura che si alimenta del nostro silenzio e della nostra solitudine va comunicata e riconosciuta come emozione guida, intuizione che ci porta a prevenire o a affrontare il pericolo.


a Novara, corso informativo sull'adozione, segnare in agenda!

fonte: www.comune.novara.it

Da segnare in agenda: giovedì 21 e venerdì 22 febbraio 2013 l'Ufficio Adozioni del Comune di Novara e l'Equipe Sovrazonale con la Asl13 promuovono e invitano (previa iscrizione telefonica!) al Corso di Formazione e Informazione per le coppie aspiranti all'adozione.




Una bellissima occasione per avvicinarsi al mondo dell'infanzia in difficoltà in relazione al proprio desiderio genitoriale.

Prenotatevi!

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Ufficio Adozioni

Telefono: 0321 3703551 - 0321 3703568

Orario
- lunedì e mercoledì dalle 14.30 - 16.30;
- martedì, giovedì e venerdì dalle 9.00-11.00
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http://www.comune.novara.it/servizi/urp/datiUrp.php?paginaurp=3B02351F

martedì 19 febbraio 2013

La Convenzione dei Diritti dell'Infanzia



Scarica la Convenzione_diritti_infanzia.pdf



Coppie gay: se uno dei due ha figli, il partner deve poterli adottare, come avviene nelle coppie etero

Fonte: http://www.corriere.it

Corte Strasburgo apre a adozioni per coppie gay

La decisione della corte dei diritti umani: se uno dei due ha figli, il partner deve poterli adottare, come avviene nelle coppie etero

Nelle coppie omosessuali i partner devono avere il diritto ad adottare i figli dei compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani in una sentenza emessa su un ricorso presentato da una coppia di donne austriache e dal figlio di una di loro.
La sentenza, definitiva perchè emessa dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo, riguarda l'Austria, ma i principi valgono per tutti gli altri 46 Stati membri del Consiglio d'Europa.


venerdì 15 febbraio 2013

Nasce un bambino? Cresce un nuovo albero (anche per i bimbi adottati)

Fonte: Vita.it

Nasce un bambino? Cresce un nuovo albero

di Daniele Biella

Entra in vigore la legge che obbliga i Comuni sopra i 15mila abitanti a piantumare in occasione di ogni nuova nascita. Ma c'è chi ha anticipato la legge: ecco il caso simbolico di Arcore, nella cementificata Brianza

Da sabato 16 febbraio è un obbligo a livello nazionale: ogni Comune sopra i 15mila abitanti pianterà un albero in occasione della nascita di un pargolo di propri cittadini. È sancito dalla legge n.10 del 14 gennaio 2013, che mira ad assicurare il rispetto di una vecchia normativa (contenuta nella legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992) fino a oggi quasi inutilizzata. Ogni bambino che verrà registrato all’anagrafe, anche adottato, avrà il suo albero, entro sei mesi dalla nascita.
Un atto simbolico? Certo, ma anche ambientale, e di partecipazione cittadina. Tanto che diverse amministrazioni d’Italia non hanno voluto aspettare il provvedimento governativo è si sono già mosse da sole tempo fa: una delle prime è la giunta comunale della celeberrima (per altri motivi, che decisamente hanno poco a che fare con la cittadina) Arcore, 18mila abitanti alle porte di Monza e della Brianza. “Ad Aprile 2012 il consiglio comunale ha approvato la delibera all’unanimità”, sottolinea Rosalba Colombo, battagliero sindaco arcorese con la barra dritta su temi ambientalisti (una delle prime azioni stata quella di dotare di piste ciclabili buona parte delle vie dell’abitato), eletto nel 2011 in quota centro sinistra.
“La piantumazione ha molteplici significati. Dal punto di vista umano, è un’attenzione concreta verso tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di origine o altro, che in questo modo si sentono ancora di più legati al territorio in cui vivono”, spiega Colombo. “Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, la nascita di nuovi alberi è un aspetto naturale, ma non si tratta di una conservazione del territorio fine a se stessa: arricchire un prato con diverse specie autoctone significa renderlo vivibile, regalando nuovi scenari a cui affezionarsi” L’ecosistema brianzolo è composto da piante come betulle, pioppi, querce. “Allo stesso modo, il territorio viene preservato da lavori futuri perché soprattutto da queste parti bisogna arginare il consumo di suolo”. Un dato su tutti: la provincia di Monza e Brianza è la prima in Italia per percentuale di suolo cementificato.
Ad Arcore la piantumazione è ora questione di settimane o pochi mesi: “Dopo la delibera, la fase successiva è stata l’approvazione del Pgt, Piano di governo del territorio, che ha individuato tre aree in cui verranno piantati gli alberi”, prosegue Colombo. “Nel nostro paese nascono in media 150 persone all’anno, a breve potremmo concretizzare questa nostra azione. E' un bene che ora sia diventata un’iniziativa su scala nazionale, e siamo contenti di essere stati fra gli apripista”.

Adozioni, e infine arrivò la banca dati

Fonte: La Stampa.it

Adozioni, e infine arrivò la banca dati

Dopo 13 anni e una condanna, il ministero della Giustizia si adegua e obbedisce all'obbligo di legge

FLAVIA AMABILE

Sono stati necessari tredici anni, una condanna da parte del Tar del Lazio e con un mese e mezzo di ritardo rispetto alla scadenza imposta il ministero di Giustizia ha annunciato l'istituzione della banca dati della banca dati per i minori adottabili e per i coniugi che aspirano all'adozione nazionale ed internazionale. Il capo del dipartimento per la Giustizia minorile, Caterina Chinnici, e il direttore generale dei Sistemi informativi automatizzati, Daniela Intravaia, hanno firmato il decreto dirigenziale. La banca dati sarà attiva nei prossimi giorni, si aspetta la data di pubblicazione del provvedimento istitutivo ma dal ministero fanno sapere che dovrebbe avvenire la prossima settimana.

'Una vittoria dei bambini' commenta Marco Griffini presidente dell'Ai.Bi, l'associazione in prima fila in questa lunga battaglia. Tutto era iniziato il 28 marzo del 2001 con l'articolo 40 della legge 149 che istituiva la banca dati. Dopo anni ed anni di inadempienza da parte del ministero e di solleciti da parte delle associazioni il 1 ottobre il ministero era stato condannato ad intervenire entro 90 giorni, vale a dire entro il 31 dicembre 2012. Anche perché gli 800mila euro previsti dal governo come finanziamento erano stati opportunamente stanziati.

A dicembre, l'unico segnale arrivato dal ministero è stato un comunicato pubblicato sul proprio sito in cui dichiarava l’esistenza della banca dati in cinque tribunali per i minorenni (Palermo, Catanzaro, Bari, Caltanissetta, Reggio Calabria) e precisando che “entro il mese di dicembre 2012 saranno attivati i Tribunali per i minorenni di Cagliari, Lecce, Napoli, Salerno, Sassari e Torino. Successivamente, compatibilmente alle risorse finanziarie ed umane a disposizione (presumibilmente nei primi mesi dell’anno 2013) saranno attivate le restanti sedi dei Tribunali per i minorenni di Roma, Catania, Messina, Potenza, Taranto, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Venezia, Ancona, Bolzano, Campobasso, L’Aquila, Perugia, Trento, Trieste e Milano.”

"L’intenzione apertamente dichiarata del Ministero - spiegava l'Ai.Bi - è dunque quella di attivare un sistema incompleto in cui su 29 tribunali ben 18 sarebbero sprovvisti di banca dati! Ma che modo di operare è questo? In che Paese civile e democratico il potere amministrativo agisce ignorando le decisioni del potere giurisdizionale?". Ci sono 2300 minori in attesa di adozione - ricorda Marco Griffini - che non possono essere adottati perché manca la banca dati".

Il 31 dicembre ancora non c'era traccia di banca dati. Dopo un altro mese e mezzo di martellamento da parte delle associazioni è arrivato alla fine l'annuncio ufficiale. Per l'operatività bisognerà attendere ancora una settimana quindi finalmente i tribunali di tutt'Italia potranno avere a disposizione i dati necessari per rendere più fluido il trasferimento delle informazioni e quindi la possibilità di un minore di trovare la famiglia e viceversa.

Aggiornata con cadenza trimestrale, la banca dati contiene i seguenti dati personali: per i minori dichiarati adottabili, dati anagrafici, condizioni di salute, famiglia di origine ed eventuale esistenza di fratelli, attuale sistemazione, precedenti collocamenti, provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile, dati contenuti nei certificati del casellario giudiziale per i minorenni e ogni altra informazione idonea al miglior esito del procedimento Quanto ai coniugi aspiranti all'adozione nazionale e internazionale e persone singole disponibili all'adozione: dati anagrafici, residenza, domicilio, recapito telefonico, stato civile, stato di famiglia, dati anagrafici dei genitori della coppia o della persona singola aspirante all'adozione, condizioni di salute, condizioni economiche, caratteristiche socio demografiche della famiglia, motivazioni, altri procedimenti di affidamento o di adozione ed il relativo esito, dati contenuti nei certificati del casellario giudiziale e ogni altra informazione idonea al miglior esito del procedimento. L'accesso alle informazioni contenute nella banca dati e il rilascio di copie ed estratti è riservato ai magistrati dei tribunali per i minorenni e delle procure presso i tribunali per i minorenni cui sia attribuita la trattazione dello specifico procedimento di adozione nonché ai magistrati degli altri uffici della giurisdizione minorile autorizzati dal capo dell'ufficio. La consultazione è inoltre consentita al personale appartenente agli uffici della giurisdizione minorile, previa autorizzazione da parte del capo dell'ufficio, nonché agli interessati, con riferimento ai soli dati personali.

giovedì 14 febbraio 2013

Nuovi psicologi prendono posizione contro l’adozione gay

Fonte: UCCR


Famiglia  
Proseguono fortunatamente le prese di posizione degli esperti circa l’argomento caldo del momento, ovvero l’adozione per persone dello stesso sesso. Il pregio di questi professionisti è quello di concentrarsi sul benessere del bambino, al posto dell’inesistente diritto alla genitorialità della coppie omosessuali, escluse dalla natura stessa alla procreazione.

Così la psicologa Maria Rita Parsi, fondatrice dell’associazione ”Movimento Bambino”, ha spiegato: «Per i bambini quel che vale è l’amore. Però è importante che le bambine trovino un punto di riferimento maschile e i maschietti uno femminile per sviluppare e indirizzare la loro ricerca di un partner quando saranno adulti. Crescere con genitori omosessuali senza avere punti di riferimento dell’altro sesso costituisce un limite». Chi è a favore dell’adozione per le coppie omosessuali intende volontariamente mettere il bambino in una condizione di svantaggio. Ha poi proseguito la psicologa: «cure e amore non sono patrimonio esclusivo delle coppie etero. Vero è, però, che quando si arriva alla fase del complesso edipico è importante avere una doppia realtà di riferimento, maschio e femmina. È fondamentale per sviluppare il cervello e la personalità. Perché i bambini abbiano uno sviluppo pieno e completo, i modelli di riferimento devono essere maschili e femminili. E non devono essere necessariamente il papà o la mamma, possono venir individuate figure esterne alla coppia. Ci tengo però a precisare una cosa. Il rapporto fondamentale e primario resta quello con la madre. Un rapporto prioritario che comincia nella vita prenatale, che è determinante al momento del parto, fondamentale nei primi attimi e nelle prime settimane di vita. Talmente importante ed essenziale che non può essere sostituito da nessun altro». La madre è fondamentale, ma numerosi studi mostrano anche l’insostuibilità della figura paterna per un corretto sviluppo del bambino.

Maria Rita Parsi eletta al Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo


COMUNICATO STAMPA, 
Roma, 18 Dicembre 2012

Maria Rita Parsi eletta al Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo

E’ di ieri la notizia della nomina della Prof.ssa Maria Rita Parsi al Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo. 
In occasione della quattordicesima riunione, a New York, degli Stati parti, l’Italia conquista un nuovo, importante traguardo sul fronte della tutela dei diritti dei minori.
I candidati eletti al Comitato “sono quelli che ottengono il maggior numero di voti, nonché la maggioranza assoluta degli Stati parti presenti e votanti”, come recita l’articolo 43 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, di cui il nostro Paese e' parte dal 1991).
Psicopedagogista, psicoterapeuta, saggista, scrittrice, editorialista, la Prof.ssa Parsi svolge un’intensa attività didattica e di formazione presso università, istituti specializzati, associazioni private. Docente di Psicologia, ha dato vita alla Fondazione Movimento Bambino Onlus – di cui è Presidente – per la tutela giuridica e sociale dei bambini, dei preadolescenti e degli adolescenti; per la formazione dei formatori e per l’ascolto, l’aiuto e l’assistenza ai minori e alle loro famiglie, in Italia e all’estero.
“Accolgo la notizia della nomina al Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo con viva commozione e profondo entusiasmo”, ha commentato la Prof.ssa Parsi. “Da sempre, la Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia rappresenta, per me e per la Fondazione Movimento Bambino, il documento fondamentale a cui ispirare progetti, percorsi e protocolli per la promozione e la diffusione della Cultura dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Prendersi “legalmente” cura di tutelare e difendere i diritti dei minori, significa, anche e soprattutto, prendersi cura del nucleo sociale di ogni società: la famiglia”.

Degno di nota il progetto, realizzato dalla Fondazione Movimento Bambino, “Life Team”, con il sostegno della Fondazione Coloriamo i Sogni. Si tratta di un aereo, una sorta di “pronto soccorso” itinerante finalizzato a portare, nei Paesi più poveri del mondo e afflitti dalle piaghe della guerra, cure ad assistenza ai bambini. 
Per fotografare la drammatica situazione dei bambini di Gaza, la collana Garanti della Salani, diretta dalla Prof.ssa Parsi, ha editato il libro di Cecilia Gentile “Bambini all’inferno. Da Gaza ai territori occupati, undici storie d’infanzia nel cuore di un conflitto che colpisce prima di tutto gli innocenti”.


Sede Legale: Via Giulio Caccini, 3 – 00198 Roma – Tel 06.85304778 Fax 06.85303106
Sede di Milano: Viale Tunisia, 42 – 20124 Milano – tel. 02 6705818 Fax 02.66718388
Sede di Vittorio Veneto: Via della Seta int. 11 – 31029 San Giacomo di Veglia - Vittorio Veneto (TV) Sede di Mazara del Vallo – Via Giotto – 91026 Mazara Del Vallo (TP)
C.F. 97091160586 - P.I. 07183891006

www.movimentobambino.org

mercoledì 13 febbraio 2013

Apriamo il cuore all’accoglienza, all’affido. Crescere da soli si può…senza affetti è difficile.


di Loccisano Nadia

Caro Gesù, mi dicono che tante cose sia Tu a deciderle e fin qui va bene…..
.. non capisco perchè non prendi per tutti le stesse decisioni. Tutti i miei compagni di scuola hanno una famiglia e io no, dove ho sbagliato, è una punizione?? e se così fosse quanto durerà ancora? ora sono grande e mi vergogno un po’.

Immagino come potrebbe essere vivere in una famiglia, tutta mia con la mia mamma e il mio papà, vivere una vita normale!!!

foto orfanotrofioChiudo gli occhi e sogno, perchè è un sogno….di svegliarmi al mattino nel mio lettino, con accanto la mamma che mi dice: “svegliati FIGLIO mio è già mattino” . Fare colazione in una cucina che sa di profumo di caffè, che alla mia mamma e al mio papà piace tanto, con la tavola apparecchiata con le tazze piene di latte, un dolce appena sfornato che sa d’amore e di cioccolato, perchè la mia mamma sa che amo il cioccolato!!!!
Poi … di corsa a vestirmi, e giù che papà mi aspetta per accompagnarmi a scuola….

Apro gli occhi perchè continuare a sognare fa tanto male….sento un dolore al cuore anche se il dottore dice che è tutto a posto il cuore è forte e sano….eppure fa male.
Caro Gesù qualsiasi sia la spiegazione che mi possono dare, non sarà mai sufficiente a giustificare una famiglia che non c’è, che mi aiuti a crescere perchè anche se sono forte e so cavermela da solo, è tanto difficile.
A volte mi sento solo e vuoto anche se ho tante persone accanto a me tanti diciamo, fratelli e sorelle che come me sognano e si chiedono perchè?


Chi è un bambino adottato?

fonte: www.bambinizerotrehttp://bambinizerotre.it

Di Nadia Loccisano

Adottare dal latino “ad” che vuol dire per; e “optare” che vuol dire scegliere. Scegliere per: per sé, per altri, per crescere insieme. E il termine è ancora da esplorare comprendendo che nella operazione di adottare c’è il muoversi, muoversi verso qualcuno, verso una storia, verso un orizzonte. E c’è anche il capire. Significa incontrare, mettere in azione una conoscenza che non è semplicemente guardarsi, è anche andare oltre lo sguardo e mettere insieme tanti elementi che non si trovano in un istante: hanno bisogno del tempo, di una lunga strada, di un percorso.
Chi è un bambino adottato?

foto famigliaQuando nasce un bambino è come un foglio bianco, può essere liscio, ruvido e in base alle sue caratteristiche e a ciò che verrà scritto si leggerà un uomo domani.
Un bambino adottato è un foglio sul quale qualcuno , la vita, il destino, non possiamo dire chi e perchè ha scritto male e messo da parte in qualche angolo di mondo ad aspettare che qualcun altro lo prenda, legga tra le sue pagine stropicciate, cercando di capire cosa è stato la sua vita fino a quel momento, tentando di correggere per quanto è possibile il danno che è stato fatto.
L’errore che tanti genitori adottivi fanno è quello di pensare, soprattutto se si tratta di bambini più grandi, di cancellare il passato dei loro figli, cambiando nome, abitudini, ed evitando qualsiasi discorso li riporti alle loro origini. Come se avessero scelto un bel bambolotto da un catalogo, e una volta acquistato potessero fare di lui ciò che vogliono.


L’adozione ha origini molto antiche

Fonte: http://psicologia-utile.it

L’adozione ha origini molto antiche, tanto che se ne ritrovano tracce nel codice di Hammurabi del XVIII sec. a.C. in Mesopotamia (Montevecchi, 1986).
Nell’antichità questo istituto giuridico aveva una funzione patrimoniale, in quanto assicurava diritto di eredità ai figli nati al di fuori del matrimonio, risolvendo, così, problemi di successione nelle famiglie che non avevano discendenza.
Nel passato, si trattava di bambini abbandonati per strada, sulla porta di una chiesa, o nelle ruote dei brefotrofi, bambini nati da donne in condizioni di estrema povertà, donne nubili incapaci di reggere la vergogna dell’adulterio, donne vittime di violenze intrafamiliari, insomma, bambini non desiderati. 

martedì 12 febbraio 2013

Adozioni, un incontro umano con le istituzioni: il Giudice delTribunale per i Minorenni

Fonte: http://www.endoassoc.it

Adozioni – un incontro umano con le istituzioni: il Giudice del Tribunale per i Minorenni

Terzo appuntamento della serie dedicata al mondo delle adozioni. Incontriamo il Giudice Fulvio Villa, Presidente del Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, con sede in Torino.

Fontana: Iniziamo questo nostro colloquio, intanto con qualche numero sulle adozioni, per meglio renderci conto dell’entità del fenomeno di cui andiamo a parlare.
Villa: Per quanto riguarda i bambini italiani il numero degli adottabili, con riferimento al Piemonte ed alla Valle d’Aosta, è di circa 100 ogni anno, di cui circa 20 non riconosciuti alla nascita. Le domande di adozione nazionale nell’anno 2010 sono state 720 (nell’anno precedente 830).
Secondo i dati dell’Autorità Centrale Italiana 4.130 sono i minori stranieri adottati dalle coppie italiane nel 2010.



Adozioni, due gemelli “inaspettati”

 fonte: http://com.unita.it/


Autore: Federica Fantozzi
Tre anni per prepararsi a insegnare a un bambino come andare in bici e capire una lingua diversa dalla propria, tre giorni per dimenticarselo, ventiquattr’ore per memorizzare il terrificante numero di poppate quotidiane necessario a due neonati: «Ma non c’è uno schema? Un pezzo di carta?».
Elisa e Riccardo, 39 anni, toscani, liberi professionisti, in lista per un’adozione internazionale in Colombia. «Gli psicologi dei corsi ci avevano avvisato: scordatevi i neonati – racconta lui -. Possono arrivarvi ragazzini di 12-13 anni, con l’infanzia devastata. Nati da madri in carcere e cresciuti in cella con lei. Noi ci sentivamo pronti per due fratellini e avevamo dato disponibilità fino a 7 anni di età. Passavamo i mesi immaginando il volo di ritorno da Bogotà, il loro stupore, gli odori di una città diversa, i primi libri che avremmo scelto».


Incontro Pre Adozione, Ente La Maloca

fonte: La Maloca


genitori.gifIncontro informativo per chi è intenzionato sviluppare adozione
IL CENTRO ADOZIONI LA MALOCA comunica che Sabato 23 Febbario 2013 alle ore 09,30, nella sede di Parma in Via Borsari 23, organizza incontro pensato per chi intenda o abbia iniziato a pensare di adottare uno o più bambini. L'incontro ha lo scopo di dare informazioni e qualcosa di più alle famiglie che iniziano questo percorso
sia verso l'adozione Nazionale che Internazionale, illustrando l'iter burocratico da seguire sia in Italia che all'estero, ma anche presentando in modo più profondo cosa significhi adottare un bambino in stato di abbandono, da qualunque parte del modo esso provenga, pur nelle diversità in base alla sua provenienza.
L'incontro è gratuito e aperto a tutti per un massimo di 10 coppie, chi fosse interessato dovrebbe dare conferma entro il 18 Febbraio alla presente mail o a info@lamaloca.it , o ai telefoni sotto indicati.
 
X SOCI-SIMPATIZZANTI - siete pregati di divulgare l'evento sopra indicato a coppie di Vs. conoscenza che pensiate siano interssate. 
 
Cordiali saluti

Curati Walter
La Maloca 
www.lamaloca.it
 

lunedì 11 febbraio 2013

L'adozione: un cammino di salvezza

Fonte: Zenit

L'adozione: un cammino di salvezza

I genitori adottivi hanno il dovere morale di ascoltare la storia dei propri figli e invitarli al perdono verso i genitori biologici

Roma, 10 Febbraio 2013 (Zenit.org). Osvaldo Rinaldi | 234 hits

La sofferenza innocente dei bambini è un tema di cui poco si parla in una società molto interessata ai profitti e poco attenta ai bisogni degli indifesi. I bambini sono l’anello debole della catena della nostra società. Dare voce agli ultimi, ai più deboli, è segno di maturità e giustizia da parte di una società civile.
Negli ultimi anni le istituzioni internazionali hanno compiuto passi da gigante riconoscendo tanti diritti ai bambini, e tra questi diritti sanciti vi è quello dell’adozione.
La convenzione dell’Aja del 29 maggio del 1993  ha regolato il diritto dell’adottabilità dei minori. Molti paesi del mondo hanno ratificato questa convenzione, altri lo stanno facendo in questi mesi, altri paesi invece sono poco propensi a questo accordo. L’auspicio è che tutte le nazioni possano siglare questa convenzione internazionale. Essa costituisce una maggiore garanzia del diritto dei bambini per disincentivare ogni possibile tipo di frode in questo campo così delicato.


venerdì 8 febbraio 2013

Seminario: Istituto degli Innocenti, Milano

fonte: istituto degli innocenti

Seminario

Terra di confine tra affido e adozione: questioni aperte

15.03.2013
Milano
 
Venerdì  15 marzo 2013 dalle 9.30 alle 13:30
Aula Pio XI  - Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli, 1 Milano
Seminario promosso dal Master "Il lavoro clinico e sociale con le famiglie accoglienti: affido e adozione" in partnership con la Provincia di Milano
Terra di confine tra affido e adozione: questioni aperteAdozione e affido: interventi giuridici ben distinti e così profondamente contigui nella costruzione di legami e narrazioni familiari  che mettono in luce una complessità di sfaccettature  e di criticità in questa terra di confine.
Il seminario apre una riflessione  sui nodi critici  sia dal punto di visto giuridico, sia psicologico e desidera  offrire alcune  chiavi di lettura  utili  a quanti sono impegnati  in situazioni così complesse.
Per iscriversi:
La partecipazione è gratuita ma l’iscrizione è obbligatoria, attraverso il sito.
Potranno essere accettate un massimo di 100 iscrizioni.

Sono stati richiesti i crediti ECM per psicologi e FCOAS per assistenti sociali.

giovedì 7 febbraio 2013

in Francia passa l'adozione a coppie omosessuali

Fonte: in Francia passa l'adozione a coppie omosessuali
di Daniele Zappalà

PARIGI
E in Francia passa l'adozione alle coppie omosessuali
Senza che neppure una riga sia stata spesa sulla stampa francese e sotto il naso persino dei pochi e sonnolenti deputati dell’opposizione neogollista a quell’ora in aula, l’Assemblée Nationale ha adottato surrettiziamente prima dell’alba di lunedì gli emendamenti che aprono la strada alle adozioni gay. La denuncia è partita solo ieri dal collettivo della «Manifestazione per tutti», che ha citato l’articolo 1-bis votato nottetempo dall’emiciclo e non contenuto nell’iniziale bozza Taubira commentata dai media.
 
 

domenica 3 febbraio 2013

Adozioni internazionali in calo in Italia

Fonte: radio vaticana

notizia del 2013-01-10 16:04:5

Adozioni internazionali in calo in Italia: i dati della Commissione e il parere del Cifa  

Diminuiscono le adozioni internazionali in Italia: 3.106 bambini in meno nel 2012, il 22,8%, rispetto al 2011. In calo del 21,7% anche le coppie adottive. I dati sono della commissione governativa per le adozioni internazionali. La Federazione russa, tra i Paesi di provenienza, resta in testa, ma a breve le cose potrebbero cambiare. Il Cremlino infatti tra molte proteste, ha vietato per legge le adozioni di orfani russi da parte di cittadini Usa. Per un commento, a partire dai nuovi dati della Commissione Gabriella Ceraso ha intervistato la vicepresidente Daniela Bacchetta:

R. – Nel corso degli anni precedenti, abbiamo sempre mantenuto i numeri – e anzi, siamo anche saliti! – delle adozioni. Mentre per tutti gli altri Paesi, Stati Uniti in testa, il picco c’è stato negli anni 2004-2005, per poi avere discese abbastanza consistenti. La stessa cosa vale per la Francia. Questo perché c’è una cultura diversa dell’adozione: un grande ricorso all’adozione indipendente ha fatto sì che sostanzialmente venisse accettata, socialmente e umanamente dalle famiglie, solo l’adozione di bambini piccoli. In Italia, invece, proprio per effetto di questo fatto che culturalmente è molto forte - l’adozione qui è seguita dagli enti, ormai avviene da 12 anni, con la consapevolezza che ci sono bambini che hanno bisogno di adozione anche se hanno più di tre anni e possono essere adozioni positive - ebbene, ciò ha fatto sì che crescesse la disponibilità all’adozione e ci ha di fatto portato avanti rispetto ad altri Paesi.

D. – Quest’anno, invece, la tendenza si inverte: diminuiscono le coppie che vogliono adottare e diminuiscono anche i bambini che arrivano in Italia. Questo come lo spiega?



Russia, orfano di 14 anni scrive a Putin

Fonte: www.quotidiano.net

Russia, orfano di 14 anni scrive a Putin per concludere l'adozione negli Stati Uniti
Il ragazzo, affetto da una malattia genetica, troverebbe anche delle cure.

Mosca, 10 gennaio 2013 -

Un ragazzino russo di 14 anni, che soffre di una malattia genetica, ha scritto al presidente russo Vladimir Putin, per chiedergli di concludere la sua adozione, interrotta a causa della legge anti-Magnitsky, entrata in vigore all'inizio di gennaio.

Con questo provvedimento, Mosca ha vietato le adozioni di orfani russi da parte di cittadini Usa, rispondendo al Magnitski Act, con cui aveva preso misure contro funzionari russi ritenuti coinvolti nella sospetta morte in carcere dell’omonimo avvocato, il quale aveva denunciato un grosso giro di corruzione ai vertici dello Stato. Come raccontano i media di Celiabisnk, città sugli Urali dove il ragazzo vive in orfanotrofio, Maxim è in contatto da sette anni con una famiglia statunitense che l'anno scorso ha deciso di adottarlo. La procedura è stata avviata, ma ora si trova nel limbo a causa della controversa legge, in seguito alla quale Mosca si è anche ritirata dall'accordo con gli Usa sulle adozioni internazionali.In America, Maxim troverebbe non solo una famiglia ma anche possibilità di essere curato.


sabato 2 febbraio 2013

SCANDALO ADOZIONI IN KYRGYZSTAN: LA SCOPERTA DELL’AMBASCIATORE ITALIANO ALBERTO PIERI

SCANDALO ADOZIONI IN KYRGYZSTAN: LA SCOPERTA DELL’AMBASCIATORE ITALIANO ALBERTO PIERI

Adottare un figlio, si inizia dal modulo di DISPONIBILITA'


Fonte: Commissione per le Adozioni internazionali

La nuova legge attribuisce compiti molto importanti ai Servizi socio-assistenziali dell'Ente Locale, che chiama a lavorare insieme, per una più approfondita indagine sulla realtà familiare delle coppie e sulle motivazioni ad adottare, con i servizi delle aziende sanitarie locali anche con la collaborazione degli enti autorizzati.





 Essi devono:
  • fornire informazioni sull’adozione internazionale e sulle relative procedure, sugli enti autorizzati e sulla loro funzione, nonché sulle altre forme di solidarietà nei confronti dei minori in difficoltà (ad esempio: sostegno a distanza);
  • curare la preparazione degli aspiranti all’adozione, aiutandoli a scoprire le loro risorse e le motivazioni profonde della richiesta adottiva, nonché a verificare insieme a loro la reale disponibilità ad affrontare i compiti che intendono assumere;
  • acquisire elementi sulla situazione personale, familiare e sanitaria degli aspiranti genitori adottivi, sulla loro attitudine a farsi carico di un’adozione internazionale, sulle eventuali caratteristiche particolari del o dei minori che sarebbero in grado di accogliere;
  • acquisire ogni altro elemento utile affinché il tribunale per i minorenni possa valutare la loro idoneità all’adozione internazionale.
Il compito dei servizi è quindi di osservazione della coppia e contemporaneamente di aiuto alla coppia. La valutazione dell’idoneità spetta comunque al Tribunale per i minorenni, al quale deve pervenire una relazione molto approfondita, in particolare sotto il profilo psicologico.
Anche dopo l’adozione il ruolo dei Servizi ha una sua importanza. Anzi, specialmente nei primi tempi, la loro presenza è indispensabile per aiutare i nuovi genitori adottivi e il bambino ad affrontare e superare i problemi che possono presentarsi nella fase di inserimento. Inoltre, la maggior parte dei paesi di origine chiede almeno per un anno periodiche relazioni sulle condizioni del bambino e sul livello di integrazione nella nuova famiglia. E’ quindi indispensabile che i Servizi seguano la famiglia almeno nel primo anno.

I Servizi locali e gli enti autorizzati non devono rimanere scollegati tantomeno sentirsi 'in concorrenza ': la loro collaborazione derivante da una piena integrazione è indispensabile ed è prevista dalla legge. Spetta alle Regioni promuovere la definizione di protocolli operativi - ed eventualmente di convenzioni - fra Enti autorizzati e Servizi (art. 39 bis comma 1).

Per conoscere la sede del servizio più vicino è necessario chiedere informazioni al proprio Comune di residenza.


Ad esempio a Novara puoi contattare attraverso il sito del Comune i seguenti uffici preposti, ti daranno tutte le info pratiche e i moduli!

Ecco qua:
per i moduli, clicca qui
per contattare i Servizi del Comune di Novara



1ª TAPPA : La dichiarazione di disponibilità

Fonte: Commissione per le Adozioni Internazionali






1ª TAPPA : La dichiarazione di disponibilità
TEMPI: entro 15 giorni dalla presentazione della dichiarazione il Tribunale deve trasmettere la domanda ai servizi socio-territoriali competenti. (vedi. 2ª tappa)
SOGGETTI: coppia
Tribunale per i minorenni
LUOGO: Tribunale della propria Regione di residenza; ITALIA

La prima tappa, per chi desideri adottare un bambino straniero, è il Tribunale per i minorenni competente per il territorio di residenza. Generalmente è presente nel capoluogo di ogni regione, e alcune regioni ne hanno più di uno. (vedi elenco sotto Tribunali per i minorenni )
Nel caso di cittadini italiani residenti all'estero, il tribunale competente al quale ci si deve rivolgere per inoltrare la domanda, è quello dell'ultimo domicilio dei coniugi e, in mancanza di precedente domicilio, il Tribunale per i minorenni di Roma.

Una volta individuato il Tribunale, occorrerà rivolgersi all ufficio di cancelleria civile per presentare la "dichiarazione di disponibilità" all'adozione internazionale. Gli aspiranti all'adozione infatti non vantano un diritto ad ottenere un bambino ma possono solo esprimere la loro disponibilità ad adottarne uno. Infatti l istituto dell'adozione ha per fine di soddisfare il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia, e di dare la possibilità di averne una ad un bambino che ne è privo. E non viceversa.

Oltre alla dichiarazione vanno allegati i seguenti documenti in carta semplice: (Attenzione la documentazione richiesta può variare, si consiglia di contattare preventivamente il Tribunale al quale si vuole inoltrare la richieta)

  1. Certificato di nascita dei richiedenti;
  2. Stato di famiglia;
  3. Dichiarazione di assenso all'adozione da parte dei genitori degli adottanti, resa nella forma della dichiarazione sostitutiva di atto notorio davanti al segretario; oppure, qualora fossero deceduti:
  4. Certificato di morte dei genitori dei richiedenti;
  5. Certificato rilasciato dal medico curante;
  6. Certificati economici: mod.101 o mod.740 oppure busta paga;
  7. Certificato del Casellario giudiziale dei richiedenti;
  8. Atto notorio oppure dichiarazione sostitutiva con l'attestazione che tra i coniugi adottanti non sussiste separazione personale neppure di fatto.

Gli aspiranti genitori adottivi devono in primo luogo rispondere ai requisiti previsti dall'art.6 della legge n.184/1983 e pertanto possono presentare la dichiarazione di disponibilità:

  • le coppie coniugate;
  • sposate al momento della dichiarazione di disponibilità (è computabile la precedente convivenza more uxorio per almeno tre anni se documentata);
  • non aventi in corso o di fatto alcuna separazione;
  • con una differenza massima entrambi di 45 anni (e minima di 18) con il figlio da adottare;
  • in possesso delle capacità di educare, istruire e mantenere il figlio adottivo (requisiti che saranno oggetto dell'indagine dei Servizi territoriali, dopo il primo controllo da parte del Tribunale).
Se il Tribunale per i minorenni ravvisa la manifesta carenza dei requisiti sopra descritti, pronuncia immediatamente un decreto di inidoneità.
Qualora invece non vi sia stato niente da rilevare, entro 15 giorni dalla presentazione della dichiarazione di disponibilità, il giudice minorile trasmette la documentazione relativa alla coppia aspirante, ai servizi degli Enti locali.

Per adottare, qualche info di orientamento

Fonte: Commissione per le Adozioni Internazionali

I requisiti per l’adozione internazionale sono gli stessi che per l’adozione nazionale, e sono previsti dall’art. 6 della legge 184/83 (come modificata dalla legge 149/2001) che disciplina l’adozione e l’affidamento e che riteniamo utile riportare perché il suo contenuto interessa più di ogni altro le coppie.



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Affido familiare, ecco il convegno della Caritas

Fonte: Comunicare il Sociale

Comunicare il Sociale, Ultime notizie sul sociale, il terzo settore online.
 Affido familiare,ecco il convegno della Caritas

MILANO. Aprire le porte di casa a un figlio che non è il proprio. Accudirlo, sanare le sue ferite. E poi riaccompagnarlo alla famiglia da cui proviene. Con quella famiglia, spesso, fare un pezzo di strada insieme. È l’affido familiare. A Milano sono 216 le famiglie che lo stanno sperimentando. Sono un numero importante. Ma non ancora sufficiente. Per promuovere l’affido familiare, Caritas Ambrosiana organizza sabato 2 febbraio il convegno “Fare affido a Milano oggi. Accoglienza, carità del quotidiano”. L’incontro si svolgerà a Milano in via P. da Palestrina 7 dalle ore 9 alle 13.
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