giovedì 31 gennaio 2013

A Novara il Centro per la Famiglia

Fonte: Comune di Novara

Sempre tanti progetti e tante  nuove opportunità per le Famiglie di Novara si possono ora trovare anche sulla nuova pagina dedicata al Centro per le Famiglie all'interno del sito del Comune di Novara al seguente link: http://www.comune.novara.it/servizi/sociali/centroFamiglia/centroFamiglia.php .




Una pagina web più chiara e funzionale per facilitare la navigazione e l'informazione sulle diverse iniziative ed opportunità offerte dal Centro. Vi invitiamo ad aiutarci a migliorare il nostro lavoro che vuole sempre più essere al servizio di tutte le famiglie della città: per questo chi volesse scriverci può farlo nello spazio "Il Centro per le Famiglie che vuoi tu".


Info e contatti:
Centro per le Famiglie
Largo Don Minzoni 8, Novara
Tel. 0321/3703383
Mail: centro.famiglie@comune.novara.it

Rassegna bibliografica 3/2012 - Nuove riflessioni sull'affido




    Il percorso di lettura della Rassegna bibliografica 3/2012 propone una riflessione sull'affido familiare, un fenomeno in crescita nel nostro Paese. Le autrici, Ivana Comelli e Raffaella Iafrate, offrono una panoramica delle principali pubblicazioni nazionali sul tema, alla luce delle trasformazioni socioculturali che hanno riguardato l'Italia e dell'evoluzione normativa in materia.
    L'analisi di Comelli e Iafrate, rispettivamente dottore di ricerca in psicologia sociale e dello sviluppo e professore associato di psicologia sociale all'Università Cattolica di Milano, parte proprio dal quadro normativo e si sofferma, subito dopo, sui diversi soggetti coinvolti (i minori, le famiglie naturali, le famiglie affidatarie, gli operatori dei servizi sociali) e sui temi chiave dell'affido, «segnalando l'importanza di mantenere una visione completa e complessa, che tenga cioè presente le voci di tutti gli attori in scena e le loro rappresentazioni di sé e degli altri, ma anche le situazioni concrete che si trovano a vivere con i loro limiti e le loro risorse».
    Il percorso di lettura prosegue con la disamina di alcune tipologie particolari di affido, come l'affido di neonati, adolescenti e fratelli, e di quelle forme di accoglienza definite dalle autrici «nuove prospettive dell'affido presenti nella realtà italiana»: ad esempio, l'affido di famiglie ad altre famiglie; l'adozione mite, «sperimentazione nata per cercare di dare una regolarizzazione anche legislativa ai numerosi casi di minori in affido sine die, che si trovano in una situazione di “limbo normativo”» e l'affido omoculturale, ossia l'accoglienza dei minori in famiglie della loro stessa etnia.
    Nell'ultima parte del contributo di Comelli e Iafrate, infine, si parla di alcuni volumi che riportano dei casi esemplificativi e delle storie di vita.
    Oltre al percorso tematico il volume contiene segnalazioni e altre proposte di lettura, un focus internazionale e un percorso filmografico curato da Fabrizio Colamartino, critico cinematografico e consulente del Centro nazionale, che offre alcuni spunti di riflessione sulla rappresentazione dell'affido nei film e nei documentari. (bg)

    mercoledì 30 gennaio 2013

    Quali soluzioni per il futuro delle adozioni?

    FONTE: Vita

    Quali soluzioni per il futuro delle adozioni?

    di Antonietta Nembri

    Di fronte alla crisi delle adozioni internazionali, Aibi lancia la riforma della legge 184 per rendere efficace, efficiente e meno caro il sistema e far sì che sempre più bambini siano accolti in una famiglia

    I dati parlano di un calo continuo e allo stesso tempo di costi sempre più alti. Protagoniste di questo andamento sono le adozioni internazionali che tra il 2011 e il 2012 sono diminuite di circa il 23% passando da oltre 4mila adozioni di due anni fa alle poco più di 3mila dello scorso anno. Mentre il trend dei costi sostenuti dalle famiglie seguono un andamento opposto. Nasce da qui e non solo la preoccupazione sul futuro dell’adozione internazionale manifestata da Marco Griffini, presidente di Aibi – Amici dei Bambini, che oggi ha aperto i lavori del convegno “Efficienza, efficacia e risparmio nel sistema delle adozioni internazionali. Quali possibilità?”.

    «Sono preoccupato perché non vedo preoccupazione» ha denunciato Griffini, ricordando a diminuire sono anche le adozioni nazionali, quindi non si tratta solo di un problema economico «Ma se si continua con questo trend, se la progressione verso il basso va avanti nel 2020 possiamo dire addio alle adozioni internazionali» ha osservato con forza ricordando le stime di Unicef sui bambini abbandonati nel mondo: 168 milioni. C’è un problema culturale anche legato alle parole «quando utilizziamo il termine special needs rischiamo di creare un ghetto, abbiamo inventato un termine discriminatorio». E poi c’è quella che per Griffini è la vera cultura negativa che guarda alla coppia che desidera adottare: «si pensa che sia egoista, invece va pensata come una risorsa. Perché adottare è qualcosa di insito nella mia natura» ha detto con foga «Se c’è un bambino abbandonato è giusto che sia adottato per cui la coppia deve essere considerata una risorsa da accompagnare non da selezionare».


    Officina Famiglia - Dipartimento per le politiche della famiglia

    Linee di Indirizzo per l’affidamento familiare

    Linee di Indirizzo per l’affidamento familiare

    Le Linee di indirizzo per l'affido, le prime create in Italia, sono state presentate dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme all'indagine realizzata dal Ministero stesso. Realizzate per tentare di dare un impulso allo strumento dell'affidamento familiare e implementare la legge 149, le Linee si inseriscono nel progetto nazionale "Un percorso nell'affido", attivato nel 2008 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Servizi Affido, il Dipartimento per le Politiche della famiglia,la Conferenza delle Regioni e Province autonome, l'UPI, l'ANCI e il Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza.
    Il documento raccoglie i saperi e le esperienze dei territori, realizzando un serie di "raccomandazioni" unitarie che legano tutto il territorio nazionale in una rete  di indicazioni.

    I temi affrontati trattano in maniera trasversale l'organizzazione dei servizi, gli strumenti e i rapporti con l'autorità giudiziaria.
    Dopo una breve introduzione e aver illustrato quali sono le idee di riferimento, la metodologia e il percorso, le Linee entrano nel dettaglio e spiegano i soggetti coinvolti e il contesto dell'affidamento familiare. Il secondo capitolo descrive invece le caratteristiche dell'istituto dell'affidamento familiare e le diverse tipologie di affido. L'ultima parte delle Linee illustra il percorso di affido partendo da azioni di contesto, promozione e informazione. Tre meccanismi strettamente collegati fra loro e fondamentali per muoversi all'interno della conoscenza del tema affrontato.

     

    GRR - News - Rapporto Censis sulle famiglie ‘C’è bisogno del padre’

    GRR - News - Rapporto Censis sulle famiglie ‘C’è bisogno del padre’

    Avvenire: famiglia sotto assedio

    Fonte: Avvenire
    FAMIGLIA SOTTO ASSEDIO
    «Crescere senza punti di riferimento dell'altro sesso è un limite»
    Nuclei familiari formati da persone dello stesso sesso. Funziona?
    «Molto spesso i bambini crescono in nuclei monoparentali, soprattutto formati da donne. Capita ed è capitato, per esempio quando gli uomini partivano e andavano a lavorare fuori dal paese, emigravano, e la madre doveva cercare l’appoggio e il sostengo di altre figure femminili», spiega la psicologa Maria Rita Parsi.

    Ma avere due mamme o due papà non ha nessuna ripercussione sullo sviluppo del bambino?
    Quello del padre e della madre sono ruoli di riferimento identitari. Ma non è solo questo il problema. Studi americani hanno dimostrato che chi cresce con sole donne o soli uomini non per questo diventa omosessuale. Per i bambini quel che vale è l’amore. Però è importante che le bambine trovino un punto di riferimento maschile e i maschietti uno femminile per sviluppare e indirizzare la loro ricerca di un partner quando saranno adulti. Crescere con genitori omosessuali senza avere punti di riferimento dell’altro sesso costituisce un limite.

    martedì 29 gennaio 2013

    No alle adozioni dei bambini grandi, la mia riflessione

    No alle #Adozioni bambini grandi (!) http://t.co/xxQfdFm3




    Tutti abbiamo il bisogno di appartenere a qualcuno, e possibilmente per sempre. Il progetto Adottivo consente questo, offre una seconda possibilità a chi la vita ha deciso di apportare un brutto scherzo, un brutto tiro mancino. Sfilarti da sotto la tua culla, farti annusare solo aromi sgradevoli di genitorialità inadeguate e a volte rinneganti la vita, la tua. Proprio.
    L'Adozione non ha età, è un progetto che deve coinvolgere tutti i bambini, anche quelli grandi. Invece pare che questo progetto da una certa fascia in su li veda esclusi ma non dalle coppie, ma dai tribunali!

    Crescere un figlio è un percorso difficile ma di crescita per tutti, genitori biologici e genitori adottivi, affidatari; come mamma adottiva di un figlio adottato a 7 anni posso dire che l'impegno di noi genitori verso il figlio è stato elevato, elevatissimo. Forte, duro, ma meraviglioso perché meravigliosa è la vita, con la sua luce e le sue tenebre, con le sue carezze e le sue botte; d'altra parte l'adozione si compie non solo tra figli/bambini e famiglie/coppie ma tramite qualcun altro, specialisti che operano affinché il bambino, non la coppia/famiglia, trovi, tramite loro, la migliore famiglia per lui, ma proprio per lui, solo per lui! una famiglia adatta solo a te e non a nessun altro!

    Questo è un compito difficile! è un progetto troppo importante, delicatissimo, forse troppo duro, impegnativo, sensibile, ma chi opera in questo campo lo deve e lo può fare. Al meglio delle sue forze e competenze e in piena responsabilità.
    Io chiedo, alla luce dei fallimenti adottivi o della difficoltà di valutare le adozioni dei bambini grandi, io chiedo a tutti gli operatori, Giudici dei Tribunali, fateci sapere come operate in relazione ai dossier che avete a disposizione, alle Relazioni Psicosociali che ricevete dal Servizi Sociali, ditemi, come abbinate una famiglia ad un minore in difficoltà? la vostra è una grande responsabilità, un fallimento adottivo non deve capitare e invece succede, io chiedo, perché? quanto vi ritenete responsabili di questo? riprendete in mano il dossier per riflettere sui due mondi che voi avete unito e che invece adeguati non lo erano? perché avete fatto quell'abbinamento? cosa è successo?

    Quali strategie usate, quali sentimenti e ragioni vi guidano? perché scegliete la famiglia sbagliata per quel bimbo? quali approfondimenti, quali analisi, quali e quante cose valutate appartenente al mondo degli adulti? Quanto vi ritenete responsabili per primi di questi fallimenti adottivi?quali elementi correttivi in voi?

    Devo aver frainteso, devo aver capito male un atteggiamento di un Giudice che per ovviare alle difficoltà 'scontate' di abbinamento con bambini grandi riconduceva quindi la cosa al non dare in adozione appunto i bambini grandi, a non essere d'accordo per aprire loro questa strada.
    Mi è preso un colpo, devo aver capito male, e sono quindi in attesa di ricevere le dritte che mi rasserenano l'animo. Non posso aver sentito una semplificazione così banale del problema, non posso aver sentito che siccome non siamo capaci di fare il nostro lavoro allora io penalizzo qualcun'altro. Tutti abbiamo le nostre difficoltà lavorative, i problemi esistono ma lavorare nel sociale implica che devo in coscienza sapere di fare ogni giorno il mio lavoro per gli altri non al meglio ma all'ottimo, per te, che di me ti fidi.

    Bambini, bambini grandi, bambini grandi senza una famiglia, non ci credete a questo pazzo mondo degli adulti. Credete solo che domani è un giorno migliore e che un pezzettino di felicità c'è anche per voi. Ci stiamo solo attrezzando.
    Cristina

    lunedì 28 gennaio 2013

    Adozioni "difficili" - VIDEO RAI 1

    Adozioni "difficili"

    Unomattina 2012-2013

    Adozioni "difficili"

    • Durata:00:23:54
    • Andato in onda:21/01/2013
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-40cbe6e6-1a44-4acd-86a8-4ab6d9050b75.html 
    Cosa succede quando due genitori, pur avendo le migliori intenzioni, non ce la fanno e decidono di restituire un bambino dopo averlo adottato? I bambini vanno in una casa famiglia in attesa di altra adozione.

    Abbandonati due volte: prima dalla famiglia naturale, poi dalla famiglia che li ha accolti. Storie avvolte nel silenzio che, in un certo senso, macchiano l'immagine idilliaca dell'adozione.

    Ma chi sono e come vivono i bambini in una casa famiglia e quali sono le loro difficoltà quotidiane? In studio: Melita Cavallo, Presidente Tribunale Minorenni di Roma; Marzia Masiello, Responsabile AIBI, Amici dei Bambini; Luigi Cancrini, psicoterapeuta; Nicola Fummo, giudice onorario Tribunale Minorenni di Napoli; da sede Rai Venezia, Enzo Favero, giornalista

    domenica 27 gennaio 2013

    Cifa Onlus Torino: una lettura tra le esperienze adottive

    Fonte: cifaonlus

    Come un viaggio nelle emozioni

    Scritto da Eventi on . Postato in esperienze adottive, Informati
     
    L’adozione è come un viaggio nelle emozioni, al nostro interno, alla scoperta di sensazioni intime e sentimenti forse mai rivelati. E’ anche un viaggio fisico, alla scoperta delle proprie forze, di altri sapori, profumi, di altra gente, in poche parole di un altro mondo, in tutti i sensi. Per noi, coppia da tanti anni insieme, il percorso fino all’adozione di nostra figlia prima, e di nostro figlio dopo qualche anno, è stato un bel viaggio, fatto di tappe e fermate, lento ma sempre con quell’obiettivo, quella meta sempre più vicina, sempre più reale.
    L’attesa della nostra prima adozione è stata faticosa, il tempo sembrava non passare mai e poi, in tre mesi, ecco l’abbinamento e poi la partenza per il Vietnam e tutto ciò che per anni avevamo tanto atteso e sperato è arrivato cogliendoci quasi impreparati e un po’ incoscienti. L’incontro con la nostra bimba è avvenuto in istituto. Al nostro arrivo, tutte le persone presenti ci guardavano sorridendo partecipi e noi abbiamo subito percepito una tenerezza e una sensibilità che ci ha tranquillizzato, anche perché ci sentivamo un po’ impacciati e inesperti e quasi timorosi di rompere un incanto mentre la nostra bimba ci guardava con due occhi bellissimi e vispi.



    Coppie gay, i rischi dell'adozione

    Fonte: Famiglia Cristiana
    di Simone Bruno

    Coppie gay, i rischi dell'adozione

    La Cassazione ha affidato un bambino alla madre lesbica e convivente con la compagna. Forti le polemiche. 

    La psicologa Rosnati fa luce sui problemi comportamentali che ne derivano.

    24/01/2013
    «Meglio due donne che un padre violento». Questa, in sintesi, la motivazione alla base della sentenza pronunciata lo scorso 11 gennaio dalla Corte di Cassazione su un complesso caso di affidamento familiare. Protagonisti: un bambino, un padre, una madre omosessuale e la sua compagna convivente. Il via alle polemiche è stato immediato. Un ginepraio di opinioni contrastanti che ha riacceso l’annosa questione delle adozioni alle coppie dello stesso sesso.

    «La sentenza», spiega Rosa Rosnati, docente di Psicologia dell’adozione e dell’affido, membro del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia (Università Cattolica di Milano), «ha confermato l’affidamento del figlio alla madre con cui vive, regolamentando le visite del padre, in passato accusato di episodi di violenza nei confronti della madre. Quello che emerge è che il giudice non ha ritenuto che la relazione omosessuale vissuta attualmente dalla madre, potesse essere un motivo sufficientemente valido per interrompere il già consolidato legame madre-figlio». 

    sabato 26 gennaio 2013

    Adottare: indicazioni per "l'uso"

    Fonte: Le radici e le ali

    Abbiamo deciso di adottare un figlio...!

    Avete appena maturato questa volontà con tutto il vostro cuore, ma ora cosa dovete fare? Consigliamo prima di tutto di frequentare Associazioni o Gruppi di discussione come 'Le Radici e le Ali', è molto importante iniziare ad informarsi ed entrare tra gli ingranaggi che vi porteranno a conoscere il vostro bambino...
    E poi? Dovete iniziare un cammino burocratico che forse vi sembrerà un pò complicato... seguite le nostre indicazioni, sarà tutto più semplice!


    buona lettura!

    A chi faresti adottare un bambino?

    A chi faresti adottare un bambino?

    lunedì 21 gennaio 2013

    Adottare in tutta sicurezza | CIAI

    fonte: Ciai

    Adottare in tutta sicurezza | CIAI

    Adottare in tutta sicurezza

    Le adozioni internazionali sono al centro delle attenzioni mediatiche ma attenzione: un conto sono le adozioni sicure e trasparenti, altro pianeta è il traffiking e il mondo (illecito) dei mediatori. Il chiarimento di Paola Crestani, presidente CIAI.
    Occorre fare chiarezza in un momento in cui le adozioni internazionali rischiano di essere al centro di polemiche disfattiste, soprattutto sui media: per le famiglie, che hanno già adottato e che adotteranno e soprattutto per il bene dei bambini in cerca di una famiglia.
    Prendendo spunto da “Melog”, trasmissione di Radio 24 che qualche giorno fa ha dedicato una puntata alle adozioni internazionali, CIAI ritiene sia importante ribadire ancora una volta che gli enti che lavorano correttamente nei paesi di provenienza dei minori NON devono fare uso di mediatori, da non confondersi con i rappresentanti locali dell’ente. Di mediatori si è infatti parlato – tra i molti spunti di attualità – durante la puntata di Melog come se fossero un ‘rischio’ da mettere in conto nel corso dell’iter adottivo all’estero. Come se anche gli enti potessero, a loro insaputa, inciampare in questi personaggi. In realtà non è così.


    Invito: mercoledì 23 gennaio 2013 alle ore 17.30 al Centro per le Famiglie

    PROGETTO “UNA FAMIGLIA PER UNA FAMIGLIA”


    Si avvia a Novara il progetto “Una famiglia per una famiglia” promosso dal Comune insieme alla Fondazione Paideia di Torino, Fondazione della Comunità del Novarese e Fondazione De Agostini, con la collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato (CSV) della Provincia di Novara.
    La Fondazione Paideia ha sviluppato questa metodologia – a partire dal 2006 - nelle città di Torino, Ferrara, Parma, Verona e nel territorio comasco.

    Con questo progetto s’intende sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli.

    L’idea alla base del progetto è molto semplice e, per alcuni aspetti, recupera le esperienze di sostegno e aiuto informale che, storicamente, sono sempre esistite tra famiglie. Una famiglia con delle difficoltà è affiancata da un’altra famiglia. Entrambe s’impegnano reciprocamente con la definizione di un patto, per un periodo massimo di dodici mesi. Si tratta di una forma di prossimità che valorizza lo scambio, la relazione e la reciprocità tra le famiglie: tutti i componenti si relazionano tra loro, rafforzandosi a vicenda e aiutandosi.
     
    Il Progetto ha la sua sede presso il Centro per le Famiglie del Comune di Novara, dove è possibile rivolgersi per avere informazioni e chiarimenti su come si svilupperà il progetto nella nostra città e su come aderire.

    Tutte le famiglie interessate a saperne di più sono invitate a partecipare all’incontro di presentazione del progetto mercoledì 23 gennaio 2013 alle ore 17.30 al Centro per le Famiglie.

    Vi aspettiamo!

    Centro per le Famiglie

    L.go Don Minzoni, 8 - Novara
    Tel: 0321.3703383
    e-mail: centro.famiglie@comune.novara.it
    Il Servizio è aperto al pubblico nei seguenti giorni:
    martedì: 9.00 - 13.00
    giovedì: 9.00 - 13.00 e 14.30 - 17.30
    http://www.comune.novara.it/servizi/sociali/centroFamiglia

    Comune di Novara: se una famiglia adotta una… famiglia

    fonte:
    Comune
di Novara Comune di
Novara


    Se una famiglia adotta una… famiglia

    «Valorizzare il rapporto di prossimità e le relazioni tra famiglie rafforzando il più possibile quel sostegno vicendevole che negli ultimi anni è andato un po’ perdendosi». 

    Questo, secondo l’assessore al Politiche sociali del Comune di Novara, è l’obiettivo di “Una famiglia per una famiglia”, un progetto innovativo pensato per sostenere nuclei familiari in difficoltà nella gestione del quotidiano e nei rapporti con i figli.

    A questi contesti sarà affiancata una famiglia “risorsa”, per stabilire una relazione solidale di prossimità. Il progetto permette di intervenire in situazioni di disagio non ancora conclamato, al fine di prevenire criticità e problemi.


    L’iniziativa è promosso dal Comune di Novara insieme con Fondazione Paideia, Fondazione della Comunità del Novarese e Fondazione De Agostini, che ieri hanno formalmente sottoscritto l’impegno ad avviare una prima fase del percorso, che coinvolgerà otto nuclei familiari. 




      Guarda il Video, TGR Piemonte, (00:05:10 - 00:07:10), 16 gennaio 2013, ore 14:00


    Il progetto avrà come sede operativa il Centro per le Famiglie di largo Don Minzoni 8, al quale, fin da ora, è possibile rivolgersi per informazioni e adesioni.


    Approfondimenti

     Fondazione PAIDEIAhttp://www.fondazionepaideia.it/ita/home

    @FondPAIDEIA

    https://www.facebook.com/fondazionepaideia 


    Fondazione PAIDEIA si occupa di infanzia e di disagio, realizza progetti, genera cultura e sostiene ogni anno oltre 300 famiglie con bambini disabili o malati.
      

     

    http://www.fondazionedeagostini.it/
    http://www.fondazionedeagostini.it/sala-stampa

     


     
    Centro per le Famiglie
    L.go Don Minzoni, 8 - Novara
    Tel: 0321.3703383
    e-mail: centro.famiglie@comune.novara.it
    Il Servizio è aperto al pubblico nei seguenti giorni:
    martedì: 9.00 - 13.00
    giovedì: 9.00 - 13.00 e 14.30 - 17.30
    http://www.comune.novara.it/servizi/sociali/centroFamiglia



    http://www.rai.tv/dl/RaiTV




    Novara, "affido" tra famiglie per combattere la crisi economica


    Fonte: http://edizioni.lastampa.it/novara/articolo/lstp/31143/

     20.01.2013 - 

    INIZIATIVE SIMILI A TORINO, FERRARA, PARMA, VERONA E IN PROVINCIA DI COMO

    Novara, "affido" tra famiglie per combattere la crisi economica


    Ill progetto di aiuto alle famiglie è stato lanciato dal Comune di Novara con le fondazioni Paideia, De Agostini e Comunità del Novarese

    Al via un progetto che affianca i volontari alle attività dei servizi sociali

    BARBARA COTTAVOZ
    Una famiglia come risorsa, da affiancare a un altro nucleo in difficoltà. E’ il progetto che il Comune di Novara ha lanciato con le fondazioni Paideia, De Agostini e Comunità del Novarese. «La parola d’ordine è prossimità – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Augusto Ferrari -. Ci sono già famiglie che si prendono cura di altre quando queste non vivono un periodo facile. Noi vogliamo trasformare questa abitudine in un’iniziativa organizzata».

    La fase sperimentale durerà un anno e mezzo
    Il Centro per le famiglie in largo Don Minzoni raccoglierà le domande dei nuclei che hanno bisogno di un sostegno. Possono essere genitori che hanno problemi nell’educazione dei propri figli, anche solo nello svolgere i compiti a casa. Oppure padri e madri che chiedono una mano per sbrigare le pratiche quotidiane. «Sono nuclei che non vivono una situazione di disagio già affermata – dice Fabrizio Serra, segretario generale di Paideia -. Per questo, il progetto è una forma di prevenzione. Forniamo ai servizi sociali uno strumento in più per aiutare i cittadini». L’iniziativa «Una famiglia per una famiglia» è partita nel 2003 a Torino proprio da un’idea di Paideia. Più tardi sono state coinvolte anche Ferrara, Parma, Verona e la provincia di Como. 




    domenica 20 gennaio 2013

    Avvenire: quelle diverse povertà che riducono l'adozione

    fonte: www.avvenire.it

    CRISI MA NON SOLO, DIETRO IL NETTO CALO 
    Quelle diverse povertà che riducono l’adozione
    Ci sono povertà più gravi e più profonde rispetto a quelle determinate dalla crisi economica. Povertà che prosciugano l’anima delle persone e delle famiglie e rendono più sterile e quindi più fragile il cuore dell’intera società. Il nuovo calo delle adozioni (meno 22,8% nel 2012 rispetto all’anno precedente), ultimo segnale di un trend negativo ormai consolidato da anni, che va ad aggiungersi al crollo dell’affido familiare (meno 700 nel biennio 2008-2010), va iscritto in questo quadro di impoverimento progressivo della pubblica generosità. 

    venerdì 18 gennaio 2013

    «Ho perso le gemelline, aiuto i bimbi del mondo» - Corriere.it

    «Ho perso le gemelline, aiuto i bimbi del mondo» - Corriere.it

    VITA: Il 2012 è stato un anno nero per le adozioni.

    fonte: www.vita.it

    10/01/2013

    Caro Riccardi, non è solo colpa degli altri

    di Sara De Carli

    Il 2012 è stato un anno nero per le adozioni. Per la Cai la colpa è dei paesi di provenienza. Per gli enti non è vero...

    ghana
    Meno 23% di bambini. Meno 22% di famiglie. Il 2012 è stato un anno nero per le adozioni internazionali (leggi la notizia sul report della Cai): un calo che si era già annunciato negli anni passati, ma che nel 2012 ha raggiunto proporzioni davvero preoccupanti. Nel 2011 infatti le adozioni internazionali nel 2011 erano calate del 2,6% rispetto all’anno prima, molto meno di quel -10% che si paventava. Quest’anno invece le cose sono andate molto peggio, anche rispetto alle più fosche previsioni. Perché?


    lunedì 14 gennaio 2013

    'I bimbi adottati? non lasciamoli soli'

    Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/bambini-adottati-non-lasciamoli-soli/2198034

    Intervista

    'I bimbi adottati? non lasciamoli soli'

    di Fabrizio Gatti
     
    Il presidente del Telefono Azzurro spiega come i genitori adottivi possono affrontare il disagio dei minori e riconoscere i segnali di un abuso subito nell'istituto di provenienza
    (14 gennaio 2013)

    Professor Ernesto Caffo, neuropsichiatra, presidente di Telefono Azzuro: quanti sono i bambini adottati attraverso i canali internazionali che denunciano violenze negli istituti in cui vivevano?
    «Nel 2011 l'Italia è stato il secondo Paese al mondo nelle adozioni internazionali, con 4.022 casi. Rispetto a questi numeri è ovviamente più probabile che in Italia ci siano più denunce. Ma purtroppo è molto difficile quantificare il fenomeno all'interno degli istituti ospitanti».

    Quale tipo di violenze hanno subito?
    «Come negli altri contesti di vita (la famiglia e la scuola), anche in queste istituzioni i bambini possono andare incontro a diverse tipologie di abuso psicologico, fisico e sessuale da parte di adulti. E' bene ricordare che, come evidenziano ormai concordemente studi internazionali, il permanere all'interno di un'istituzione costituisce, di per sé, un fattore di rischio per lo sviluppo del bambino».

    I bambini vengono minacciati affinché non parlino delle violenze?
    «Il segreto rispetto agli abusi subiti è purtroppo una richiesta molto frequente che viene fatta dagli abusanti alle vittime. Sebbene, come abbiamo scritto in un quaderno sulla pedofilia recentemente pubblicato sul sito di Telefono Azzurro, non esistano indicatori comportamentali che rivelino con certezza l'abuso subìto, i genitori possono notare segnali comportamentali più generici e aspecifici, che indicano che il bambino sta vivendo una grave situazione di disagio. Tra i campanelli di allarme un genitore può notare l'improvviso emergere di disturbi del sonno, enuresi, disturbi alimentari, alterazione del tono dell'umore, ansia, disturbi della condotta, calo del rendimento scolastico. A questi segnali si possono accompagnare comportamenti sessualizzati che non sono appropriati per l'età del bambino».

    Cosa fare se i genitori hanno dubbi?

    «E' doveroso sottolineare che non sempre è facile distinguere la causa del disagio. Per questo motivo sarebbe auspicabile che i genitori adottivi vengano sempre accompagnati nel difficile percorso di adattamento del minore nella nuova famiglia e sostenuti laddove ci fossero segnali di evidente disagio. In questi casi, rimangono figure importanti alle quali rivolgersi pediatri e neuropsichiatri infantili. Anche Telefono Azzurro è sempre a disposizione dei genitori, con la sua linea 19696».

    I genitori possono farcela da soli?

    «I genitori adottivi il più delle volte formulano una richiesta di aiuto rispetto a come devono comportarsi con il bambino. E' però altrettanto importante che trovino un giusto supporto per affrontare il dolore, le ansie e l'incertezza. Il benessere dei genitori è di fondamentale importanza nel percorso di aiuto al bambino».

    Bulgaria, nella tana dei pedofili

    Bulgaria, nella tana dei pedofili

    fonte: L'Espresso. 
    di Fabrizio Gatti

    Violentati nell'orfanotrofio. Fotografati e filmati. Il racconto choc di tre bambini bulgari adottati in Italia apre una finestra su un orrore nascosto che può contare su molti complici. E i genitori accusano: le nostre denunce sono state ignorate
    (14 gennaio 2013)
    Un immagine scattata in un istituto per minori in Bulgaria  
    Un'immagine scattata in un istituto per minori in BulgariaLe luci nelle finestre dell'orfanotrofio stasera si spengono più tardi del solito. Sono le otto e venti. Qui fuori la mezza luna rischiara l'aria limpida a quindici gradi sotto zero e le sagome delle volpi affamate che si avvicinano in cerca di qualcosa da mordere. E' il momento peggiore. L'ora in cui risuonano i latrati dei cani randagi. E quella in cui D. entra nelle camere dei bambini più piccoli. Succede quasi ogni sera in questo istituto sperduto nelle campagne innevate della Bulgaria.

    E se non è D., c'è sempre qualcuno della sua età che vuole fare sesso a quest'ora. Hanno soltanto dodici, tredici anni. Non oltre. Gli altri, le loro vittime, sono cuccioli. Tre anni. Cinque. Sette. Al massimo dieci. Non è nemmeno colpa di D. Lui ripete semplicemente ciò che gli ospiti più grandi gli avevano imposto. E non solo gli ospiti. Alle violenze spesso si unirebbero alcuni dipendenti dell'istituto. Almeno sette uomini e quattro donne. Fanno prostituire i bambini in una discoteca. Scattano fotografie. A volte filmano le aggressioni. Forse rivendono quelle immagini.

    Adozioni, quando i bambini sono ostaggi

    fonte: http://de-luca.blogautore.repubblica.it/2013/01/14/adozioni-quando-i-bambini-sono-ostaggi/

    Adozioni, quando i bambini sono ostaggi

    di Maria Novella De Luca

    E’ davvero il paradigma di quanto sia grande la crisi dell’adozione internazionale quello che sta succedendo in Russia. Dove come è ormai noto il presidente Putin ha bloccato tutte le adozioni di bimbi russi verso gli Stati Uniti, come ritorsione per alcune decisioni americane contro dirigenti russi ritenuti coinvolti nella morte di un avvocato impegnato nei diritti civili.
    Sapendo di colpire al cuore il paese che più fa adozioni al mondo, e soprattutto dalla Russia, Putin ha deciso che quei 50 orfani che da anni vivono nei duri Internat (orfanatrofi) dell’ex Unione Sovietiva non potranno raggiungere negli States i loro genitori adottivi, spezzando così per decine di bambini il sogno di una famiglia e di una vita nuova.

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    (per chi è interessato a conoscere più da vicino l'ICBF, Instituto Colombiano de Bienestar Familiar, Colombia)

    venerdì 11 gennaio 2013

    Il mio papà? È grande come il sole

    Il mio papà? È grande come il sole

    Comunicato CAI del 7 gennaio 2013

    fonte: http://www.commissioneadozioni.it


    Comunicato: Le adozioni internazionali nel 2012  (07/01/2013)

    Nel corso del 2012 la Commissione ha rilasciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per 3.106 bambini provenienti da 55 Paesi, adottati da 2.469 famiglie residenti in Italia.

    Rispetto al 2011, si evidenzia dunque un calo piuttosto consistente, pari al 22,8% per quanto riguarda il numero di minori adottati, al 21,7% per quanto riguarda le coppie adottive.

    Tale flessione è dovuta principalmente al rallentamento delle attività constatato in alcuni Paesi: in Colombia, a causa della revisione delle procedure dichiarative dello stato di abbandono, che ha necessariamente comportato un rallentamento delle procedure di adozione; in Bielorussia, stante il quasi completato esaurimento delle procedure instradate nel 2009; in Vietnam, in India e in Polonia, in conseguenza della progressiva ma non ancora completa riattivazione delle procedure dopo l’entrata in vigore delle rispettive nuove normative interne; in Ucraina, a causa di ricorrenti difficoltà procedurali interne.

    Di segno positivo è il consolidamento della collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese, il Burkina Faso, il Cile, la Repubblica Democratica del Congo.

    Il rapporto statistico annuale sarà disponibile sul sito della Commissione nel mese di febbraio.
    E’ possibile consultare l’estratto cliccando sull’allegato (LINK).

    martedì 8 gennaio 2013

    www.genitorisidiventa.org

    GSD Informa Articolo

    Intervista a Francesco Mennillo
    Autore/i: Luigi Bulotta

    Data: 15-11-2012
    Argomento: Interviste



    Continuiamo ad ascoltare la voce dei rappresentanti delle associazioni familiari per sapere chi sono e cosa si propongono di fare in seno alla Commissione Adozioni Internazionali nei prossimi tre anni. Questo mese è la volta di Francesco Maria Mennillo, presidente del Coordinamento Famiglie Adottanti in Bielorussia, il secondo nuovo membro nominato a luglio dal ministro Riccardi.



    Dr. Mennillo, ci parli del Coordinamento che presiede: come e quando è nato? Com'è strutturato e quali finalità perseguite? Da quanti soci è composto?
     
    Il 2004 rappresenta un punto disvolta nella politica bielorussa sulle adozioni internazionali, in quanto, a seguito di uno scandalo legato alle adozioni con gli USA, un minore bielorusso, figlio di una coppia americana, era purtroppo finito nel giro del mercato illegale dell'espianto degli organi, causando una forte pubblicità negativa sulle adozioni internazionali e facendo sì che il Presidente bielorusso Lukashenko congelasse i procedimenti adottivi aperti con tutti i paesi, anche quelli vicini al completamento.
    Il 14 giugno 2005 si tiene a Roma laprima riunione delle famiglie adottanti in Bielorussia che decidono di costituirsi nel Coordinamento Famiglie Adottanti in Bielorussia.
    Il Coordinamento nasce da un gruppo di famiglie italiane che, in rappresentanza di un vasto movimento di famiglie diffuso in tutta Italia, rivendicava il diritto all'adozione negato a circa 600 bambini bielorussi.


    mercoledì 2 gennaio 2013

    Il Kirghizistan all'ultimo blocca i contatti

    Il caso

    Carte fantasma e denunce
    Intrigo internazionale divide genitori e 19 bimbi

    Il Kirghizistan all'ultimo blocca i contatti. «L'airone» di Azzano: non molliamo

    Questa è la storia di un viaggio che non risulta mai fatto, di pile di documenti svaniti dalla sera alla mattina, di ministri che finiscono in manette, di denunce in un'ex Repubblica sovietica, diplomazie al lavoro e scontri a colpi di carte bollate.

    Ma questa, soprattutto, è la storia di mamme e papà adottivi che avevano finalmente conosciuto un bambino che era diventato il loro bambino. Era, verbo al tempo passato. Perché, su tutto, come un macigno è piombata una crisi internazionale fatta di problemi e accuse che viaggiano da una parte all'altra del pianeta.


    Le adozioni si dimezzano fra crisi e burocrazia

    fonte: bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cronaca

    LE NUOVE FAMIGLIE

    Le adozioni si dimezzano fra crisi e burocrazia

    Dal 2008 scese a 45 le pratiche a buon fine Il 28% delle coppie non conclude l'iter


    Le adozioni sono una corsa ad ostacoliLe adozioni sono una corsa ad ostacoli
    E adesso la crisi economica è arrivata anche qui, a complicare il percorso già delicatissimo dell'adozione internazionale. Sono infatti sempre meno le coppie che possono affrontare spese che come minimo arrivano (fra burocrazia, assistenza e costi vivi per la permanenza nei Paesi di provenienza dei bimbi) a 14 mila euro. E mentre i tribunali stanno lentamente ma inesorabilmente limitando il numero di decreti di idoneità, nella Bergamasca, le richieste di autorizzazione all'ingresso in Italia di minori stranieri adottati sono quasi dimezzate, passando da 82 nel 2008 a 45 nel 2011.
    Il dato è contenuto nella relazione della Commissione per le adozioni internazionali (Cai).


    Putin firma, stop ad adozioni di bimbi russi da parte di americani - Video - Corriere TV

    Putin firma, stop ad adozioni di bimbi russi da parte di americani - Video - Corriere TV

    Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato l'abrogazione dell'accordo bilaterale Stati Uniti-Russia sulle adozioni. La legge, denominata 'anti Magnitsky' o legge Dima Yakovlev, dal nome di un bambino russo adottato e morto negli Usa per un colpo di calore nel 2008, potrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2013 e bloccare l'adozione di 52 bambini orfani già assegnati a famiglie americane. (RCD - Corriere TV) 

    In fila per l'adozione del piccolo Emanuele Il Papa: «Il bambino è un dono di Dio» - Corriere Roma

    In fila per l'adozione del piccolo Emanuele Il Papa: «Il bambino è un dono di Dio» - Corriere Roma


    In fila per l'adozione del piccolo Emanuele
    Il Papa: «Il bambino è un dono di Dio»

    Pannolini e pelouche per il bambino nato e abbandonato in un bagno del McDonald's. Continua la ricerca della madre

    La mobilitazione dei romani è generale: a decine, soprattutto donne e famiglie, sono corsi al Sant'Eugenio per portare regali al piccolo Emanuele ricoverato nel reparto di Neonatologia. Sulla vicenda è intervenuto anche Papa Benedetto XVI: «Ogni bambino - ha detto il Pontefice - venga accolto come dono di Dio, sia sostenuto dall'amore del padre e della madre, per poter crescere come il Signore Gesù in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini».


    Nell'ospedale prosegue, incessante, la gara di solidarietà. «Ci hanno portato di tutto, anche se non ce n'è bisogno - spiegano le infermiere che hanno "adottato" il neonato abbandonato venerdì notte al Mc Donald's di piazzale Don Luigi Sturzo -. Giocattoli, pannolini, vestitini, copertine, omogeneizzati: mettiamo tutto da parte per chi, un giorno, dovrà prendersene davvero cura». Mentre le condizioni del bimbo - gettato nel water dalla madre e salvato dopo 10 minuti da una dipendente del fast food, Tiziana Trimboli - sono in continuo miglioramento, il suo futuro immediato sull'affidamento provvisorio è nelle mani del Tribunale dei minorenni. Sono già decine i pretendenti.


    “Caro Babbo Natale”, nelle letterine al Corriere i sogni e le paure dei bambini

    “Caro Babbo Natale”, nelle letterine al Corriere i sogni e le paure dei bambini

    “Caro Babbo Natale”, nelle letterine al Corriere i sogni e le paure dei bambini


    Caro Babbo, fai ricrescere la betulla che si è spezzata nel mio giardino?». «Caro Babbo, vorrei che la mia mamma e il mio papà smettessero di litigare e tornassero insieme». «Ehi, Babbo, porti un regalo anche al mio amico Redi, che è musulmano?». «Ma le tue renne puzzano davvero? E tu, quando giochi con me?» Disegnate. Via mail. Su cartoncini colorati o figli di quaderno. Sognanti, confidenziali o piene di richieste.
    In questi giorni abbiamo ricevuto centinaia di lettere scritte dai bambini a Babbo Natale. È stato un modo per conoscerli un po’ più da vicino e, attraverso le loro parole, tentare di capire se e cosa sognano. La risposta a quest’ultima domanda, però, è semplice: sì. Perché per fortuna esiste un nucleo, più o meno folto, di irriducibili che a Babbo Natale credono fortissimamente. A dispetto di compagni e amici più «realisti».


    Abbiamo adottato Lechen

    fonte: corriere della sera, blog La città nuova

    “Abbiamo adottato Lechen, piccola cinese. E ci ha rivoluzionato la vita”

    “Ha 10 mesi e si chiama Lechen. Il suo nome significa ‘che l’alba della tua vita sia sempre felice’. Ama giocare all’aperto, è una bimba sana, mangia e dorme con regolarità. E un giudice in Cina pensa che siamo noi, proprio noi in tutto il mondo, la sua mamma e il suo papà! Sono 5 anni che mi immagino mio figlio africano… Ma non importa, certo che siamo d’accordo! D’accordissimo. E la Cina diventa il Paese che da sempre avevo nel cuore…”.
    Francesca Lanocita, 41 anni, web content manager milanese, ricorda così i primi istanti dopo l’annuncio che, tre anni fa, ha cambiato la sua vita e quella di suo marito Paolo, 45 anni. Gli operatori del Ciai (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia), l’organizzazione non governativa a cui si erano rivolti, li avevano convocati per dir loro che sarebbero diventati i genitori di Lechen, una bimba cinese che oggi ha 4 anni e mezzo.
    Un annuncio che aspettavano da quattro anni, ovvero da quando avevano dato la disponibilità al Ciai ad adottare un bambino da qualsiasi parte del mondo.


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