FONTE: Vita
Quali soluzioni per il futuro delle adozioni?
di Antonietta Nembri
Di fronte alla crisi delle adozioni internazionali, Aibi lancia la riforma della legge 184 per rendere efficace, efficiente e meno caro il sistema e far sì che sempre più bambini siano accolti in una famiglia
I dati parlano di un calo continuo e allo stesso tempo di costi sempre più alti. Protagoniste di questo andamento sono le adozioni internazionali
che tra il 2011 e il 2012 sono diminuite di circa il 23% passando da
oltre 4mila adozioni di due anni fa alle poco più di 3mila dello scorso
anno. Mentre il trend dei costi sostenuti dalle famiglie seguono un
andamento opposto. Nasce da qui e non solo la preoccupazione sul futuro dell’adozione internazionale manifestata da Marco Griffini, presidente di Aibi – Amici dei Bambini, che oggi ha aperto i lavori del convegno “Efficienza, efficacia e risparmio nel sistema delle adozioni internazionali. Quali possibilità?”.
«Sono preoccupato perché non vedo preoccupazione» ha denunciato Griffini, ricordando a diminuire sono anche le adozioni nazionali, quindi non si tratta solo di un problema economico «Ma se si continua con questo trend, se la progressione verso il basso va avanti nel 2020 possiamo dire addio alle adozioni internazionali» ha osservato con forza ricordando le stime di Unicef sui bambini abbandonati nel mondo: 168 milioni. C’è un problema culturale anche legato alle parole «quando utilizziamo il termine special needs rischiamo di creare un ghetto, abbiamo inventato un termine discriminatorio». E poi c’è quella che per Griffini è la vera cultura negativa che guarda alla coppia che desidera adottare: «si pensa che sia egoista, invece va pensata come una risorsa. Perché adottare è qualcosa di insito nella mia natura» ha detto con foga «Se c’è un bambino abbandonato è giusto che sia adottato per cui la coppia deve essere considerata una risorsa da accompagnare non da selezionare».
«Sono preoccupato perché non vedo preoccupazione» ha denunciato Griffini, ricordando a diminuire sono anche le adozioni nazionali, quindi non si tratta solo di un problema economico «Ma se si continua con questo trend, se la progressione verso il basso va avanti nel 2020 possiamo dire addio alle adozioni internazionali» ha osservato con forza ricordando le stime di Unicef sui bambini abbandonati nel mondo: 168 milioni. C’è un problema culturale anche legato alle parole «quando utilizziamo il termine special needs rischiamo di creare un ghetto, abbiamo inventato un termine discriminatorio». E poi c’è quella che per Griffini è la vera cultura negativa che guarda alla coppia che desidera adottare: «si pensa che sia egoista, invece va pensata come una risorsa. Perché adottare è qualcosa di insito nella mia natura» ha detto con foga «Se c’è un bambino abbandonato è giusto che sia adottato per cui la coppia deve essere considerata una risorsa da accompagnare non da selezionare».