lunedì 14 gennaio 2013

'I bimbi adottati? non lasciamoli soli'

Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/bambini-adottati-non-lasciamoli-soli/2198034

Intervista

'I bimbi adottati? non lasciamoli soli'

di Fabrizio Gatti
 
Il presidente del Telefono Azzurro spiega come i genitori adottivi possono affrontare il disagio dei minori e riconoscere i segnali di un abuso subito nell'istituto di provenienza
(14 gennaio 2013)

Professor Ernesto Caffo, neuropsichiatra, presidente di Telefono Azzuro: quanti sono i bambini adottati attraverso i canali internazionali che denunciano violenze negli istituti in cui vivevano?
«Nel 2011 l'Italia è stato il secondo Paese al mondo nelle adozioni internazionali, con 4.022 casi. Rispetto a questi numeri è ovviamente più probabile che in Italia ci siano più denunce. Ma purtroppo è molto difficile quantificare il fenomeno all'interno degli istituti ospitanti».

Quale tipo di violenze hanno subito?
«Come negli altri contesti di vita (la famiglia e la scuola), anche in queste istituzioni i bambini possono andare incontro a diverse tipologie di abuso psicologico, fisico e sessuale da parte di adulti. E' bene ricordare che, come evidenziano ormai concordemente studi internazionali, il permanere all'interno di un'istituzione costituisce, di per sé, un fattore di rischio per lo sviluppo del bambino».

I bambini vengono minacciati affinché non parlino delle violenze?
«Il segreto rispetto agli abusi subiti è purtroppo una richiesta molto frequente che viene fatta dagli abusanti alle vittime. Sebbene, come abbiamo scritto in un quaderno sulla pedofilia recentemente pubblicato sul sito di Telefono Azzurro, non esistano indicatori comportamentali che rivelino con certezza l'abuso subìto, i genitori possono notare segnali comportamentali più generici e aspecifici, che indicano che il bambino sta vivendo una grave situazione di disagio. Tra i campanelli di allarme un genitore può notare l'improvviso emergere di disturbi del sonno, enuresi, disturbi alimentari, alterazione del tono dell'umore, ansia, disturbi della condotta, calo del rendimento scolastico. A questi segnali si possono accompagnare comportamenti sessualizzati che non sono appropriati per l'età del bambino».

Cosa fare se i genitori hanno dubbi?

«E' doveroso sottolineare che non sempre è facile distinguere la causa del disagio. Per questo motivo sarebbe auspicabile che i genitori adottivi vengano sempre accompagnati nel difficile percorso di adattamento del minore nella nuova famiglia e sostenuti laddove ci fossero segnali di evidente disagio. In questi casi, rimangono figure importanti alle quali rivolgersi pediatri e neuropsichiatri infantili. Anche Telefono Azzurro è sempre a disposizione dei genitori, con la sua linea 19696».

I genitori possono farcela da soli?

«I genitori adottivi il più delle volte formulano una richiesta di aiuto rispetto a come devono comportarsi con il bambino. E' però altrettanto importante che trovino un giusto supporto per affrontare il dolore, le ansie e l'incertezza. Il benessere dei genitori è di fondamentale importanza nel percorso di aiuto al bambino».

Bulgaria, nella tana dei pedofili

Bulgaria, nella tana dei pedofili

fonte: L'Espresso. 
di Fabrizio Gatti

Violentati nell'orfanotrofio. Fotografati e filmati. Il racconto choc di tre bambini bulgari adottati in Italia apre una finestra su un orrore nascosto che può contare su molti complici. E i genitori accusano: le nostre denunce sono state ignorate
(14 gennaio 2013)
Un immagine scattata in un istituto per minori in Bulgaria  
Un'immagine scattata in un istituto per minori in BulgariaLe luci nelle finestre dell'orfanotrofio stasera si spengono più tardi del solito. Sono le otto e venti. Qui fuori la mezza luna rischiara l'aria limpida a quindici gradi sotto zero e le sagome delle volpi affamate che si avvicinano in cerca di qualcosa da mordere. E' il momento peggiore. L'ora in cui risuonano i latrati dei cani randagi. E quella in cui D. entra nelle camere dei bambini più piccoli. Succede quasi ogni sera in questo istituto sperduto nelle campagne innevate della Bulgaria.

E se non è D., c'è sempre qualcuno della sua età che vuole fare sesso a quest'ora. Hanno soltanto dodici, tredici anni. Non oltre. Gli altri, le loro vittime, sono cuccioli. Tre anni. Cinque. Sette. Al massimo dieci. Non è nemmeno colpa di D. Lui ripete semplicemente ciò che gli ospiti più grandi gli avevano imposto. E non solo gli ospiti. Alle violenze spesso si unirebbero alcuni dipendenti dell'istituto. Almeno sette uomini e quattro donne. Fanno prostituire i bambini in una discoteca. Scattano fotografie. A volte filmano le aggressioni. Forse rivendono quelle immagini.

Adozioni, quando i bambini sono ostaggi

fonte: http://de-luca.blogautore.repubblica.it/2013/01/14/adozioni-quando-i-bambini-sono-ostaggi/

Adozioni, quando i bambini sono ostaggi

di Maria Novella De Luca

E’ davvero il paradigma di quanto sia grande la crisi dell’adozione internazionale quello che sta succedendo in Russia. Dove come è ormai noto il presidente Putin ha bloccato tutte le adozioni di bimbi russi verso gli Stati Uniti, come ritorsione per alcune decisioni americane contro dirigenti russi ritenuti coinvolti nella morte di un avvocato impegnato nei diritti civili.
Sapendo di colpire al cuore il paese che più fa adozioni al mondo, e soprattutto dalla Russia, Putin ha deciso che quei 50 orfani che da anni vivono nei duri Internat (orfanatrofi) dell’ex Unione Sovietiva non potranno raggiungere negli States i loro genitori adottivi, spezzando così per decine di bambini il sogno di una famiglia e di una vita nuova.

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(per chi è interessato a conoscere più da vicino l'ICBF, Instituto Colombiano de Bienestar Familiar, Colombia)
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