martedì 10 luglio 2012

"Bimba abbandonata per la crisi" - «I casi sono in aumento». E il welfare perde altri 3 milioni

Fonte: www.lastampa.it
CRONACA Torino


Secondo l’assessore al Bilancio, la situazione per l’anno prossimo potrebbe anche peggiorare rispetto al già nero 2012

L'assessore Tisi: «I casi sono in aumento». E il welfare perde altri 3 milioni



EMANUELA MINUCCI
TORINO

10/07/2012 - IL CASO

Sono arrivati ad abbandonare una bambina di otto mesi. Il momento è gravissimo per i nostri servizi sociali. Aumentano tutte le emergenze. Le violenze ai minori. Le criticità in famiglia. E c'è chi non ce la fa più a fare il genitore. Ripeto: sono arrivati a lasciarci bambini di pochi mesi». L'assessore al Welfare Elide Tisi ha gli occhi lucidi durante la riunione sullo stato dei conti dell'Assistenza. Non ci poteva essere momento peggiore per decidere un taglio di 3 milioni e 200 mila euro e affrontare un settembre con 14 milioni stanziati per i servizi sociali che rischiano di non esserci più grazie alla «spending review». Ieri sera c'è stato un vertice a Palazzo civico su quest'emergenza. Ed Elide Tisi, per far toccare con mano all'assessore alle Finanze Gianguido Passoni e ai consiglieri di maggioranza la drammaticità della situazione ha fatto esempi inquietanti. «La crisi ha acuito ogni piaga. Abbiamo 1.800 bambini in affido, e ogni giorno i problemi si complicano, le situazioni si fanno più complesse: per i nostri assistenti sociali, non c'è mai stato tanto da fare».



E il caso di una piccola di pochi mesi che la famiglia ha deciso di lasciare ai servizi sociali ha toccato i consiglieri nel profondo. «Ecco perchè sono qui a lottare per un budget sempre più striminzito - ha concluso Tisi - non c'è mai stato bisogno come adesso di aiutare questi disperati».

Finanze al collasso
L'assessore alle Finanze Gianguido Passoni ha ribadito che il futuro non è certo roseo. E che per il prossimo anno la situazione potrà pure peggiorare. «Sicuramente occorre valorizzare il patrimonio Ipab ed ex Ipab - ha detto la presidente della commissione Sanità Lucia Centillo - destinando i proventi al settore assistenziale. Ora però è urgente trovare quei 14 milioni in capo al welfare di servizi attivi che ad oggi mancano. Quando abbiamo approvato la delibera che revocava ciò che generosamente il Comune dava in più rispetto ai nuovi limiti fissati dalla Regione, abbiamo trattato un emendamento che in qualche modo limitava il taglio sulla franchigia immobiliare. Ora dobbiamo definire il rispetto di questo impegno, ma anche non trascurare l'intervento sulle liste di attesa (almeno per i codici rossi) e il finanziamento dei servizi ora non coperti per tutto l'anno».

Sel e i tagli
Anche se non ha potuto partecipare alla riunione cui era presente il collega Marco Grimaldi il più arrabbiato è il capogruppo di Sel Michele Curto: «Il sindaco Fassino aveva preso un impegno: non taglieremo i servizi. Ebbene rischia di essere smentito dai fatti. Ad esempio, la delibera sull'assistenza ai non autosufficienti, che non a caso non aveva ricevuto il nostro voto favorevole, se non dovesse trovare le coperture per essere applicata almeno nella sua forma emendata, colpirebbe duramente persone e famiglie, che per la loro condizione, sono fra le più fragili. Sul fondo d'aiuto sull'Imu prima casa per disoccupati, cassaintegrati e anziani soli non accettiamo passi indietro».

Il ricorso
I guai del Welfare torinese non finiscono qui. La delibera che fissa il taglio del budget derivante dalle ristrettezze imposte da Regione e governo, finirà al Tar. A fare ricorso è il Csa. Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base. A riassumere i motivi del ricorso è il presidente Santanera: «Il Comune ha motivato la necessità della riduzione delle prestazioni sulla base della forte diminuzione dei finanziamenti nazionali e regionali, ma ha mancato di assegnare al settore socio-assistenziale quei 43 milioni sottratti a detto settore attraverso un "immorale espediente"». E chiarisce : «Quei 43 milioni arrivavano dalla vendita di beni donati al Comune a seguito delle estinzioni di Ipab e di enti assistenziali analoghi. In base alla legge questi beni sono vincolati al socioassistenziale, mentre il Comune li ha dirottati su altri settori».

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