mercoledì 4 luglio 2012

INFANZIA. L'Europa in crisi riscopre le ruote degli innocenti

INFANZIA. L'Europa in crisi riscopre le ruote degli innocenti
26 giugno 2012

Fonte: www.vita.it

In Germania sono presenti 99 "baby box" A Roma, la struttura esistente ha accolto un solo bimbo

Nell’Europa in crisi tornano le “ruote degli innocenti”. Al fenomeno, per la verità non nuovo, la Bbc dedica un servizio che illustra la geografia di questa riedizione moderna delle ruote degli esposti di origine medievale. A Berlino un cartello la indica come "Babywiege", "culla per il bambino". Secondo le istruzioni, aprendo un piccolo sportello in ferro ci si trova davanti a un ambiente riscaldato che offre delle coperte per avvolgere il neonato e un numero di telefono da chiamare in caso di ripensamento.

Le "baby box", le ruote dei trovatelli, sono presenti nei Paesi del centro Europa, che adottano sistemi innovativi per tutelare i piccoli e le loro madri. Si tratta di donne spesso vittime della crisi economica, che attraverso una procedura che garantisce l'anonimato, affidano i figli a una struttura sanitaria che, in un secondo momento, provvederà a trovare loro una nuova famiglia adottiva.



Il servizio della Bbc illustra la geografia delle moderne baby box, presenti soprattutto negli Stati baltici e nell'Europa centro-orientale, dalla Germania alla Romania. In alcuni Paesi, la legge incoraggia questo metodo, come nel caso dell'Ungheria, dove lasciare un bambino nella baby box è equiparato al consenso giuridico all'adozione, escludendo il reato di abbandono.
Non mancano, tuttavia, le critiche. Le Nazioni Unite, innanzitutto, si schierano contro la crescente pratica delle baby box ritenuta, in un rapporto riservato, una violazione dei diritti del bambino e del suo diritto a sapere chi siano i suoi genitori. Anche molti degli psicologi stigmatizzano il ricorso alle nuove “ruote dei trovatelli”, che invierebbero alle donne il messaggio, sbagliato, che è possibile abbandonare senza troppi problemi un figlio indesiderato.

I dati indicano anche un'alta percentuale di “ripensamenti”: negli ultimi dieci anni, ad Amburgo, su 42 neonati abbandonati all'interno di una “babywiege”, 14 sono tornati tra le braccia delle loro madri naturali, che avevano contattato le strutture per ricongiungersi con i loro figli.

La Germania, con 99 strutture disponibili, è il Paese dove più alto è il numero delle cosiddette "baby box", la versione moderna delle “ruote dei trovatelli” a disposizione di quelle madri o coppie che, spesso a causa di gravi difficoltà economiche, decidono di abbandonare i figli appena nati. A seguire la Polonia, con 45 strutture e la Repubblica Ceca, con 44.

Nella classifica, riportata dalla Bbc, si trovano poi l'Ungheria, con 26 baby box e la Slovacchia, con 16. L'Italia, assieme alla Lituania, dispone di almeno 8 strutture. Una sola struttura è presente, invece, in Belgio, Svizzera, Città del Vaticano, Canada e Malesia. L'Olanda ha in programma l'allestimento di una struttura.

A Roma, dal settembre del 2006 è ''attiva'' una ''baby box". Ma dalla sua istituzione ha accolto, nel febbraio del 2007, un solo bambino e sinora nessun altro piccolo è stato accolto dal Policlinico Casilino di Roma, dopo secoli di oblio, nel 2006 è stata “riattivata” la culla dove lasciare in completo anonimato un figlio che non si è in grado di accudire.
Quello di Roma è un servizio, messo a disposizione delle mamme in difficoltà, ribattezzato la “Ruota degli innocenti”, ideato e supervisionato da Piermichele Paolillo, direttore dell'Unità operativa di Neonatologia del Policlinico casilino. «Attivata la ruota - racconta Paolillo all'Adnkronos -  è stata messa in campo una forte campagna mediatica che, al di là dell'iniziativa in sé ha permesso di divulgare e spiegare che in Italia c'è una legge all'avanguardia che consente di partorire in assoluto anonimato, permettendo così al bimbo di essere dichiarato adottabile e avere, quindi, una nuova famiglia in breve tempo e alla madre di partorire in completa sicurezza o, di essere aiutata eventualmente a tenere il piccolo».

L'idea del Casilino, ricorda il primario è stata ripresa in diverse città, a Varese, Milano, Firenze. «È importante - ribadisce - ricordare ogni volta la bontà della legge italiana che consente a chiunque, anche cittadine straniere irregolari, di venire al pronto soccorso, non dare i documenti e partorire in completa sicurezza e totale anonimato dando il bambino in adozione o trovare aiuto». La legge 396 del 2000 ha infatti sancito il diritto di partorire in assoluta segretezza e, se la madre è in grave disagio, di lasciare in ospedale il neonato che verrà affidato ad una nuova famiglia. Ogni donna può ricorrere alle strutture pubbliche ed avvalersi del diritto all'anonimato, senza temere l'espulsione, se clandestina, o sentire l'ospedale come nemico.

1 commento:

  1. A questo proposito segnalo il convegno : "Mai più sole: le esigenze e i diritti delle gestanti e madri con gravi difficoltà personali e familiari e dei loro nati. La prevenzione degli abbandoni e degli infanticidi" che si è tenuto a Roma nell'ottobre scorso. La presentazione e la struttura del convegno sono nella Home Page di www.anfaa.it (notizia n. 8) mentre le relazioni degli intervenuti possono essere scaricate dal Bollettino ANFAA - sempre da www.anfaa.it settore Bollettini. La prima parte si trova nel bollettino n. 4 del 2011 mentre la seconda parte sarà disponibile al più presto nel bollettino n. 1-2 del 2012.
    Emilia Pistoia

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