mercoledì 20 febbraio 2013

NON AVER PAURA (OVVERO LA LAVAPAURE)

Fonte: Teatro Coccia

Per informazioni: clicca qui

Per i nostri bambini uno spazio a Teatro a loro dedicato.
Al Coccia ecco il Non aver paura (ovvero la lavapaure)


Testo Mario Bianchi e Renata Coluccini
Regia Renata Coluccini
in collaborazione con Marco Di Stefano
Scene Marco Muzzolon
Disegno luci Marco Zennaro
Costumi Mirella Salvischiani

Con
Elisa Canfora, Renata Coluccini, (Aurelia Pini), Stefano Panzeri

Direttore di produzione Franco Spadavecchia
Produzione Teatro del Buratto
SCUOLA PRIMARIA
Età dai 6 agli 10 anni
Teatro d’attore
Durata 55’
TERMINE CONSEGNA ADESIONI: 18 GENNAIO 2013
PAGAMENTO DA EFFETTUARSI DAL 30 GENNAIO 2013 AL 13 FEBBRAIO 2013  





Giù in fondo c’è una luce, forse è una casa, la luce fa meno paura del buio, ma se nella casa c’è una strega? 
E se invece di una strega ci fosse una donna che lava via le paure?
Sarebbe bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Ma tu, hai mai provato la paura, quella vera, che non mangi e non dormi più? Che il cuore sta per scoppiare e la bocca non riesce a urlare? Che ti entra dentro e la porti ovunque vai? Da dove entra la paura, dalla testa, dalle orecchie, dagli occhi? E poi dove sta? Qual è la geografia della paura? E quando hai paura cosa fai? Bevi un bicchiere d’acqua? Metti la testa sotto il cuscino? Strizzi gli occhi? Urli? Stai in silenzio? Canti una canzone? Pensi alla nonna?
Sarebbe proprio bellissimo che come lo sporco la paura potesse andare via con l’acqua.
Due fratelli con il loro fardello di paure incontrano la lavapaure, e in questo incontro le paure prendono corpo in storie antiche e moderne, si materializzano e diventando “cose”, si possono finalmente gettare via.
Esiste una donna che conosce un’erba, erba lavandaia o siderite o stregonia. Lei prende quest’erba la fa bollire e poi ti lava, ma solo nei giorni senza la r, e sempre con un movimento all’ingiù… e se c’è la paura l’acqua diventa soda, fa una ragnatela.


Esistono ancora oggi, in alcune zone della Toscana, donne che lavano la paura e lo fanno a grandi e piccini. Lo spettacolo prende spunto dall’esistenza di queste “maghe” per mettere in scena storie di paure archetipiche, attuali o indotte, perché è importante riconoscerle, valutarle e infine lavarle via. 
La paura che si alimenta del nostro silenzio e della nostra solitudine va comunicata e riconosciuta come emozione guida, intuizione che ci porta a prevenire o a affrontare il pericolo.


Nessun commento:

Posta un commento

grazie per il tuo commento!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...