domenica 5 maggio 2013

Adozioni internazionali, il ruolo delle associazioni e del volontariato

Fonte: www.milano.corriere.it

Adozioni internazionali, il ruolo delle associazioni e del volontariato
Onlus cruciali nel sostegno dopo che arrivano i bambini. È nel post che comincia la salita

L’impegno sociale a tempo pieno, quello che implica la rinuncia ad una vita magari più comoda e senz’altro meglio stipendiata, a volte nasce dalle difficoltà che si incontrano nella vita personale. Così è successo a Paola Crestani, donna forte di grandi ideali, ex docente di matematica, coppia storica con il marito Lorenzo. Dieci anni di fidanzamento, a trenta le nozze e subito due figli naturali. Ma anche la voglia di adottarne un terzo, «per dare ad un altro bambino dei fratelli e una famiglia». Paola e il marito avanzano richiesta per una adozione internazionale e a quel punto, nel loro atto generoso, vanno fino in fondo rendendosi disponibili a ricevere anche ragazzini con handicap. Nel tempo libero lei comincia a dedicarsi al volontariato al Ciai, Onlus storica nel campo. Passano quattro anni, nel frattempo nasce il secondo figlio e infine dall’India arriva finalmente la terza, Shanti, all’epoca 2 anni oggi 17, con una lieve paralisi agli arti. «Non si possono, anzi non si devono, negare le difficoltà - dice Paola - il nostro è stato un percorso lungo e faticoso: prima, tra formazione genitoriale e attesa, e soprattutto dopo, perché Shanti accettasse la sua storia di abbandono e la sua disabilità».
DALLA DIFFICOLTÀ ALL’IMPEGNO - All’epoca le Onlus non erano strutturate come sono (solo in parte) oggi per accompagnare le coppie nel post-adozione ed è stata questa lacuna, di cui scriviamo sul Corriere di domenica 5 maggio alle pagine della Città del bene, a spingere Paola verso il volontariato a tempo pieno. Ci voleva coraggio, però: «Avevo l’idea in testa e non riuscivo a concretizzarla. Quell’estate ho portato marito e figli di 8 anni, 10 e 13 in un campo solidale in Etiopia: ed è stato lì, nell’alba etiope, che i dubbi mi si sono dissipati».

LA NUOVA VITA - Tornata a Milano e lasciato l’insegnamento Paola si è tuffata nella nuova avventura e negli anni è diventata presidente del Ciai, sempre da volontaria (“contare in cinque solo su uno stipendio costa sacrifici ma a casa tutti, marito e figli, condividono questo progetto, è diventato un po’ il nostro»). L’impegno come presidente è sempre più concentrato a garantire un buon sostegno nel post-adozione: «L’età dei bambini sale, sempre più spesso sono grandicelli e con bisogni speciali. Eppure il costo dei percorsi con psicologi specializzati, sia per le coppie sia per i ragazzi, è a carico delle famiglie, con poche possibilità di essere rimborsati dal pubblico». Servirebbero convenzioni con i servizi regionali per ridurre i prezzi, sprona. E sarebbe utile che il Comune favorisse la nascita di una rete tra enti e terzo settore in questo campo. Paola, presidente del Ciai, su questo fronte si batte. E Shanti, ormai piccola donna, è spesso impegnata al suo fianco.

Elisabetta Andreis
4 maggio 2013 | 13:01

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