giovedì 20 giugno 2013

Solo un gradino

più in alto, un salto già fatto, una fatica già consumata, un già visto e capito. Lei è lì.
Ce l'ha fatta, lei. Ha capito, ha resistito, si è misurata con le sue forze e ha studiato l'altro, ovvero, noi, gli adulti. Ha fatto operazioni, conti, previsioni, è stata capace di capire come muoversi e se muoversi, se parlare, se tacere, se fermarsi e se e come accettare il dolore. Si è fatta domande e si è data risposte, e ce l'ha fatta. Una bimba che sopravvive diventa grande velocemente. Ora è su quel gradino in più e da lì prosegue la sua vita, di figlia.


Dall'adozione non se ne esce indenni. Nel senso che il progetto è di ampi e imperscrutabili confini, si accoglie una vita in attesa, ci si mette continuamente in discussione e poi via verso una vita da vivere con un libretto di istruzioni inutile e con una grande valigia piena di 'sentire', di 'empatia', e di voglia 'leggersi' vicendevolmente con fiducia.

Ma gli ostacoli dietro l'angolo, un angolo insospettato, senza luci, suolo umido, viscido e dal terreno sdrucciolevole non si sono fatti attendere, purtroppo mi hanno colto impreparata e ancora ora, io genitore, mi sto leccando le ferite.

Cristina

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