venerdì 27 luglio 2012

Ha trovato una famiglia !

LA STORIA

Mangiagalli, ha trovato una famiglia il neonato abbandonato nella 'ruota'

 Il piccolo Mario ha quasi tre settimane, ha raggiunto i due chili ed è coccolato da tutto il personale della clinica milanese in cui fu lasciato. Il via libera del tribunale all'adozione.

 

di LAURA ASNAGHI

Tre settimane dopo essere stato abbandonato alla Mangiagalli, ha trovato una famiglia che lo adotterà. Mario non è più solo. Il neonato, lasciato nella moderna 'ruota degli esposti' della clinica milanese, ora ha una mamma e un papà. Al tribunale dei minori le pratiche sono in corso e l’adozione sta per andare in porto. La sua casa temporanea è il reparto di patologia neonatale della Mangiagalli, dove è stato trasportato d’urgenza il pomeriggio del 6 luglio è stato ritrovato. Nessuno ha visto la donna (o l’uomo) che l’ha lasciato lì cinque o sei giorni dopo la nascita, in quello spazio dove «non è reato abbandonare bimbi in condizioni di sicurezza», ricordano i medici.



La 'culla della vita' alla Mangiagalli Un neonato nella 'ruota'

Ma la storia di Mario, il primo neonato ritrovato nella «ruota» dal 2007, quando è stata istallata, ha emozionato tutt’Italia. Chissà quale dramma, si sono domandati in molti, avrà spinto una donna ad abbandonare suo figlio, un bimbo nato prematuro. Ma quella donna ha avuto per lui, anche se per poco, tenere attenzioni. Mario aveva addosso una camicina bianca ed era avvolto in un lenzuolo pulito. La mamma gli aveva anche lasciato un biberon con latte materno e un corredo fatto di tre tutine. Da quel 6 luglio, giorno di Santa Maria Goretti (di qui il suo nome) sono passate quasi tre settimane e il piccolo è cresciuto. Pesava solo un chilo e 800 grammi, adesso, invece, ha superato i due chili, sta bene e in reparto tutti lo coccolano. A turno, medici e infermieri gli fanno da mamma e papà: anche Basiglio Tiso, il direttore sanitario, lo va a trovare. E si intenerisce a guardarlo. La Mangiagalli veglia su di lui e non gli garantisce solo l’assistenza medica, ma anche calore e mille attenzioni.


«La sua culla assomiglia un negozio di giocattoli», spiega Fabio Mosca, uno dei più noti neonatologi italiani, che dirige questo reparto. Mario prende il latte, cresce, è sereno quando sta tra le braccia delle infermiere e quando ha fame si fa sentire con strilli acuti. Ma in reparto ci starà ancora per poco. La prossima settimana andrà in una struttura protetta dove i suoi genitori adottivi andranno a trovarlo tutti i giorni per fare le prove generali dell’adozione. Prove che dureranno fino a quando il piccolo avrà tre mesi, solo allora diventerà il figlio della coppia che il tribunale ha scelto per lui. Medici e infermieri sanno che questa scadenza sta arrivando e ne parlano con emozione: «Stare tre settimane a fianco di un bimbo che ha avuto la sfortuna di essere abbandonato è un’esperienza che non si dimentica e ti segna — spiega un’infermiera — Speriamo che ora la vita gli riservi tutto il bene di cui ha bisogno».

Mario è vegliato e tenuto lontano dai curiosi. Dopo il suo ritrovamento, fotografi e cameraman hanno fatto appostamenti nei corridoi a ridosso del reparto per cercare di catturare qualche immagine. Ma l’ospedale ha creato una ferrea rete di protezione che sarà raddoppiata quando, in gran segreto, la prossima settimana, il neonato inizierà la sua nuova vita. «Ciao Mario, tanti auguri, ti vogliamo bene». Il cartello per l’addio è già pronto. Ed è facile prevedere che sarà un addio fra lacrime e tenerezze.

Nessun commento:

Posta un commento

grazie per il tuo commento!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...