mercoledì 2 gennaio 2013

Abbiamo adottato Lechen

fonte: corriere della sera, blog La città nuova

“Abbiamo adottato Lechen, piccola cinese. E ci ha rivoluzionato la vita”

“Ha 10 mesi e si chiama Lechen. Il suo nome significa ‘che l’alba della tua vita sia sempre felice’. Ama giocare all’aperto, è una bimba sana, mangia e dorme con regolarità. E un giudice in Cina pensa che siamo noi, proprio noi in tutto il mondo, la sua mamma e il suo papà! Sono 5 anni che mi immagino mio figlio africano… Ma non importa, certo che siamo d’accordo! D’accordissimo. E la Cina diventa il Paese che da sempre avevo nel cuore…”.
Francesca Lanocita, 41 anni, web content manager milanese, ricorda così i primi istanti dopo l’annuncio che, tre anni fa, ha cambiato la sua vita e quella di suo marito Paolo, 45 anni. Gli operatori del Ciai (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia), l’organizzazione non governativa a cui si erano rivolti, li avevano convocati per dir loro che sarebbero diventati i genitori di Lechen, una bimba cinese che oggi ha 4 anni e mezzo.
Un annuncio che aspettavano da quattro anni, ovvero da quando avevano dato la disponibilità al Ciai ad adottare un bambino da qualsiasi parte del mondo.



“E nella quotidianità ce ne eravamo quasi dimenticati- scherza Francesca – perché davanti al caffè della mattina o al cinema o durante le riunioni di lavoro non hai sempre voglia di parlare di massimi sistemi. O di pensare al figlio che dentro di te esiste, ma che nella realtà non sai dove sia e se mai sarà”. Invece, il 22 febbraio 2009 Francesca e Paolo, insieme ad altre 19 coppie italiane, sono volati a Nanchang a incontrare Lechen, che oggi vive con i suoi genitori tra Milano e Arona, sul lago Maggiore, dove la famiglia trascorre parte dell’anno.
Ma come si vive a Milano, da genitori di una bimba cinese?
“Quando siamo in giro noto sguardi incuriositi – racconta Francesca – prima guardano lei, poi me. Poi ancora lei. Le persone cercano rassicurazioni alle proprie idee, ai propri schemi, a ciò che conoscono”.
Ma i più perplessi, spiega Francesca, sono proprio i cinesi.
“Perché spesso non conoscono l’istituzione dell’adozione”. Per molti milanesi la convivenza con la comunità cinese, soprattutto nella zona di via Paolo Sarpi, non è facile. E crescendo, Lechen potrebbe dover fare i conti con la diffidenza o peggio ancora, intolleranza e pregiudizi. “Sono temi che si mettono in conto quando sia affronta un’adozione a differenza somatica. Ogni giorno cerchiamo di darle gli strumenti per affrontare questa situazione – dice Francesca – E poi pensiamo che Lechen appartenga ad un generazione, volente o nolente, europea. Cerchiamo di farla crescere nel mondo. Viaggiamo, parliamo diverse lingue, frequentiamo gli incontri del Ciai. E le facciamo notare che esistono tanti mondi diversi, anche a pochi chilometri dalle nostre case. E che in fondo, ogni famiglia è diversa dalle altre”.

 

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